Unioni Montane Veneto, Regione avvia la riforma. Calzavara: “Meno frammentazione, più efficienza”

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L'assessore Calzavara

La Regione del Veneto ha dato formale avvio al percorso di ridefinizione e riperimetrazione delle Unioni Montane, uno dei pilastri del nuovo Piano di Riordino Territoriale (PRT) approvato dalla Giunta regionale con DGR n. 17 del 16 gennaio 2024.

La proposta, presentata alla Giunta dall’Assessore agli Enti locali, Francesco Calzavara, mira a ridurre le Unioni Montane dalle attuali 19 a 13, aumentandone la dimensione territoriale, la popolazione coinvolta e la coerenza con gli assetti amministrativi e sociali già presenti.

“Questa riforma non è solo un taglio numerico, ma un vero salto di qualità nell’assetto istituzionale della montagna veneta – ha dichiarato l’Assessore Calzavara –. Superiamo una frammentazione che negli anni ha generato disomogeneità nella gestione dei servizi. L’obiettivo è dare vita a Unioni Montane più forti, capaci di affrontare in modo integrato le sfide della montagna e di offrire ai cittadini servizi più efficaci ed efficienti”.

La proposta è frutto di un percorso partecipativo strutturato che ha coinvolto le attuali Unioni Montane, e si pone in attuazione delle leggi regionali n. 40/2012 (Norme in materia di unioni montane) e n. 18/2012 (Disciplina dell’esercizio associato di funzioni e servizi comunali), con particolare attenzione all’attuazione dell’autonomia riconosciuta alla Provincia di Belluno (LR 25/2014).

Nell’ambito della riorganizzazione, un intervento significativo riguarda la Provincia di Belluno, dove il numero di Unioni Montane passerà da nove a cinque. In particolare, viene istituita una nuova Unione Montana denominata “Alto Bellunese”, che raggrupperà i Comuni delle attuali Unioni del Centro Cadore, Comelico e della Valle del Boite (quest’ultima attualmente in liquidazione con DGR n. 453/2024).

Il protocollo d’intesa, firmato tra la Regione del Veneto, le Unioni Montane interessate e il Commissario liquidatore della Valle del Boite, definisce i dettagli organizzativi e le tempistiche di attuazione.

La nuova Unione comprenderà 19 Comuni: Auronzo di Cadore, Borca di Cadore, Calalzo di Cadore, Cibiana di Cadore, Comelico Superiore, Cortina d’Ampezzo, Danta di Cadore, Domegge di Cadore, Lorenzago di Cadore, Lozzo di Cadore, Perarolo di Cadore, Pieve di Cadore, San Nicolò di Comelico, San Pietro di Cadore, San Vito di Cadore, Santo Stefano di Cadore, Valle di Cadore, Vigo di Cadore, Vodo Cadore.

Tutti i Comuni rientrano nell’Ambito Territoriale Sociale VEN_01 – Belluno e, con l’unica eccezione di Cortina d’Ampezzo, nell’Intesa Programmatica d’Area “Cadore”. Il nuovo assetto garantirà un maggiore allineamento tra enti sovracomunali, ATS e IPA, facilitando la governance integrata e l’erogazione unitaria dei servizi.

La costituzione giuridica della nuova Unione Montana “Alto Bellunese” è prevista entro il 1° gennaio 2026, mentre la piena operatività sarà raggiunta entro il 1° aprile 2026. La Regione accompagnerà questo percorso con l’erogazione di fondi regionali dedicati, destinati a:

“Le nuove Unioni Montane saranno dotate di una struttura organizzativa più solida, che permetterà una gestione associata più efficace di funzioni fondamentali: dalla tutela ambientale allo sviluppo dell’agricoltura di montagna, fino ai servizi sociosanitari, culturali ed educativi – ha concluso l’Assessore Calzavara -. La montagna veneta ha bisogno di strumenti adeguati per affrontare le sue specificità e questo riordino è un atto di responsabilità istituzionale, ma anche un’opportunità per valorizzare in modo unitario risorse, progettualità e identità locali”.