Valdegamberi (lista Zaia): “incentivare carne di animali nati e allevati in Veneto per sostenere allevamento in montagna”

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Stefano valdegamberi consigliere regionale lista Zaia gruppo misto
Stefano valdegamberi consigliere regionale lista Zaia gruppo misto

Il consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi, esponente della corrente zaiana della Lega, capogruppo del Misto in Regione, chiede la predisposizione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale – Psr- al fine, di valorizzazione la carne da bestiame, nato e allevato in Italia.

“Il mercato della carne italiana è fortemente in crisi – afferma Valdegamberi in Italia -. Le produzioni nazionali stanno perdendo sempre più quote di mercato, subendo la concorrenza della carne che arriva sulle nostre tavole, dopo aver viaggiato da un continente all’altro, con effetti tutt’altro che irrilevanti sull’ecosistema di quei Paesi, sulle emissioni in atmosfera per le eccessive distanze e per i metodi intensivi, bisognosi di sempre nuove terre, tolte alla foresta. Noi vogliamo sviluppare un mercato di qualità, ecosostenibile, legato al territorio, rispettoso della tradizione e dell’ecosistema locale, per un cibo, buono, sano e giusto. Per questo, insieme a molti produttori veneti, mi rivolgo alla Giunta Regionale perchè predisponga l’uso delle risorse comunitarie in funzione della filiera corta, a partire dal sostegno della linea vacca-vitello”.

“Occorre incentivare – spiega il consigliere – un’alimentazione degli animali basata prevalentemente sul pascolo e l’alpeggio, integrandola, soprattutto nel periodo invernale, da fieno, miscele di cereali e leguminose. Chiedo di sostenere, ad esempio, la ‘linea vacca vitello’, ovvero, il vitello nasce e rimane con la madre e la mandria fino allo svezzamento, intorno ai 6/8 mesi, soprattutto negli allevamenti della montagna veneta. Le carni, ottenute nel pieno rispetto del benessere animale e secondo standard qualitativi rigorosi, rappresentano un prodotto alimentare eccellente sia dal punto di vista qualitativo che nutrizionale. Questo – conclude Valdegamberi – è un percorso necessario per non fare morire l’allevamento in montagna, compatibile con l’ambiente nostro e con quello del pianeta”.