Venezia, tamponi e proteste per la prima nave da crociera

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Grandi navi a Venezia (foto nograndinavi)
Grandi navi a Venezia (foto nograndinavi)

Da una parte il suggestivo «battesimo» con gli spruzzi dei rimorchiatori, i natanti granturismo con gli striscioni «welcome back», i 200 lavoratori tornati in servizio e le decine a salutarla dalla Riva degli Schiavoni. Dall’altra il coro «fuo-ri le na-vi dal-la la-guna », le tantissime bandiere, il dito medio dei mille manifestanti anti-crociere, le strilla del portavoce Tommaso Cacciari nel microfono: «Oggi si svela al mondo la fake news del governo – grida -. Hanno raccontato di aver vietato il passaggio delle crociere in laguna e questo è il risultato». Due cortei composti, sotto il controllo di un centinaio di agenti a terra e in acqua, con un solo momento di tensione a causa di due barche «pro navi» che hanno oltrepassato la «zona rossa»: saranno multate.

Il ritorno delle naviIn mezzo c’è lei, la Msc Orchestra, un «bestione» di 294 metri di lunghezza, 32 di larghezza e 60 di altezza. La stazza è di 92 mila tonnellate, più o meno il massimo consentito per l’accesso a Venezia. Era arrivata giovedì all’alba, quando a Venezia non c’era nessuno. Ieri è ripartita alle 16.10, destinazione Bari, con 840 passeggeri a bordo e un’ora di anticipo: c’è chi dice perché ormai l’imbarco era stato completato, chi invece per «anticipare» il corteo «contro», previsto proprio per le 16. Era da 17 mesi che una nave da crociera non arrivava a Venezia, prima a causa dell’«acqua granda» del 12 novembre 2019, poi per il Covid. «Centinaia di padri di famiglia da oltre un anno sono a zero reddito, con la cassa integrazione che sta per finire – afferma Vladimiro Tommasini, presidente della coop Portabagagli e del comitato Venezia Lavora -. Vedere una nave ormeggiata ci dà l’energia e la voglia di riprendere e di tornare a una vita normale». Certo, per ora è una goccia nel mare. La Orchestra è la prima nave e sarà seguita da un’altra Msc, la Magnifica, che esordirà il 20 giugno; la terza sarà la Costa Deliziosa, prima partenza il 26 giugno. Tre navi a weekend, quando a regime si è arrivati ad averne anche una dozzina, con 60/70 toccate complessive stimate contro le 550 degli anni passati. Ecco perché dei 1.700 lavoratori diretti (con l’indotto si arriva a 4.400), per ora ne sono tornati in servizio non più di 200.

Operatori e compagnie«Ma con il cuore ci sono tutti, oggi per noi è una festa – dice Alessandro Santi, presidente nazionale di Federagenti e portavoce della Venice Port Community -. Siamo contenti di poter dire alla città e agli operatori che le crociere ripartono». «È stato un anno duro dal punto di vista lavorativo, ma di più dal punto di vista psicologico», sottolinea Marco Gorin, socio del Gruppo Ormeggiatori del porto. L’impatto economico lo sottolinea anche Francesco Galietti, direttore di Clia Italia, l’associazione delle compagnie. «Siamo tornati a Venezia perché ce l’hanno chiesto il sindaco Luigi Brugnaro e il governatore Luca Zaia – spiega -. Noi ci teniamo moltissimo a questa città, alla cui economia la crocieristica contribuisce con 206 milioni». Galietti ribadisce anche la grande attesa di Clia per il concorso di idee del governo per trovare soluzioni fuori dalla laguna. «Da anni vogliamo togliere le crociere da San Marco – ha concluso – Quando ci saranno le soluzioni le esamineremo dal punto di vista tecnico». In passato però Clia aveva bocciato il primo progetto offshore, quello di Duferco-De Piccoli alla bocca di Lido. «Aveva delle criticità sul fronte della sicurezza e della logistica», taglia corto. Si sperava di partire con gli approdi diffusi sui terminal container di Marghera, ma i protocolli Covid li hanno resi impraticabili.

Tamponi e divietiIl protocollo prevede infatti un doppio tampone: il primo autonomo da parte del passeggero entro le 96 ore precedenti, il secondo al momento dell’imbarco. Ieri una donna di nazionalità italiana, ma originaria dell’Europa dell’Est, si è presentata con il figlioletto senza aver fatto il tampone e dunque non è stata ammessa a bordo. Se n’è andata inveendo, ma non c’è stato nulla da fare. Gli altri 840 passeggeri sono stati invece tutti tamponati sul posto: l’operazione è terminata intorno alle 14.45 e non è emerso nessun positivo. Sia Santi che Galietti hanno voluto sottolineare la rigidità dei protocolli italiani («hanno fatto scuola nel resto d’Europa»), che prevedono la creazione di vere e proprie bolle anche nel corso delle escursioni a terra. La nave dopo Bari se ne andrà anche a Corfù, Mykonos, Dubrovnik per poi dunque fare ritorno a Venezia sabato prossimo.

Alberto Zorzi sul Corriere del Veneto