Vergassola lancia Possamai, che chiude la campagna elettorale in piazza delle Erbe: “Ci siamo presi il compito di incarnare una speranza”

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Giacomo Possamai chiude la campagna elettorale in piazza delle Erbe
Giacomo Possamai chiude la campagna elettorale in piazza delle Erbe

“Possamai, possa mai essere sindaco” è la boutade con cui Francesco Rucco ha chiuso stamattina la campagna elettorale, ma è anche il gioco di parole con cui il comico Dario Vergassola ha accolto il candidato sindaco dem sul palco questa sera in una piazza delle Erbe piena come non mai. La scaletta si alterna fra domande (ironiche) e risposte (serie) dell’intervistato, Possamai. Viene passato al setaccio quasi tutto il programma.

Giacomo Possamai a Piazzale delle Erbe
Giacomo Possamai a Piazzale delle Erbe

Ora Vicenza più sicura, si può dire che l’unica sicurezza è quella di correre più rischi?”. Oppure: “Ha promesso 40 km di piste ciclabili, lo sa che i sellini delle bici sono i nemici della prostata dei vecchietti come me?“; “lei vuole piantare centomila alberi in più: c’è forse dietro la lobby dei cani incontinenti?“. Il 33 enne dem risponde divertito, cercando di mantenere la parte: “Ora Vicenza e meno sicura rispetto a 5 anni fa“. Sulla ciclabile, “noi ci vogliamo provare”. E parte “l’applauso dei ciclisti”, scherza Vergassola. Poi il comico si gira, scruta i condizionatori della parte retrostante all’Ufficio anagrafe del Comune che troneggiano sopra al palco: “Sembra di essere a Bangkok”.

In linea con la metropoli thailandese, Vicenza è una delle città più inquinate d’Europa. Bisogna quindi puntare sulle comunità energetiche (“la maggior parte dell’inquinamento arriva dal riscaldamento domestico“). E i parcheggi? Abbiamo avuto grossi problemi con i parcheggi ultimamente…” accenna il candidato. “Qual è la prima grande opera dopo cacciare quelli là al ballottaggio?”. È l’alta velocità, risponde Possamai. Prosegue: “Nei prossimi anni il Comune dovrà essere protagonista: un cittadino non può scoprire che la sua casa andrà giù dai giornali. Non può essere più così“. Poi l’affondo su Rucco e Cicero: “Vi sembra normale che l’ultimo giorno di campagna elettorale venga tirato fuori il progetto sulla Tav?”.

Intanto i volontari passano a distribuire fra le persone i cartelli con scritto “Possamai sindaco”, da alzare a ogni scroscio di applauso per il discorso finale. Il giovane candidato comincia, all’inizio si impappina un po’, ma poi ingrana: “Siamo partiti in piazzetta Gioia, ero solo io e i giornalisti”, con i sondaggi che lo davano a 17 punti in meno del sindaco uscente. Invece adesso è arrivato al ballottaggio, con mille voti di vantaggio su Rucco. È stata una campagna elettorale “lunga, difficile, dove abbiamo camminato per tutta la città, ma non si sente la fatica questa sera”. Il sostegno del pubblico accorso è totale. Qualcuno è armato di fischietto.

Ciò che l’ha più colpito (e “commosso”, dice) in questa campagna elettorale sono stati i manifesti vandalizzati, racconta dal palco. “Osvaldo Casanova, un artista della nostra città, ha trasformati le scritte in opere d’arte. Per me questo è uno dei simboli più forti. Dove si vuole deturpare arriva un messaggio di bellezza”. Molti intonano “Giacomo“.

Quindi si rivolge al pubblico: “Ci siamo presi il compito di incarnare una speranza“. E qualcuno la sente.


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