Vescovi contro confisca allargata: Zanettin sostiene le ragioni di Confindustria su VicenzaPiu.com poco… etico per Zigliotto & c.

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Confisca allargata o per sproporzione
Confisca allargata o per sproporzione

Ieri il Presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi ha lanciato un allarme sull’istituto della confisca allargata, recentemente introdotta dal Governo, che porterebbe senza una sentenza al blocco dei conti correnti aziendali.

Giuseppe Ziogliotto e Luciano Vescovi
Giuseppe Ziogliotto e Luciano Vescovi

Il 24 giugno 2014, scrivevamo il 10 luglio dello stesso anno, con una comunicazione a firma Giuseppe Zigliotto Confindustria Vicenza, di cui era presidente, respinse la domanda di associazione presentata il 17 (giorno infausto…) di aprile dichiarando la società editrice di VicenzaPiù di fatto come sgradita (per l’esattezza non rispondente al Codice etico dell’associazione!) essendo il suo un network che osa “denigrare” Confindustria Vicenza.

Il documento, recitava così: «Il rigetto della domanda è fondato sulla previsione statutaria dell’art.5 , comma 2, che impone al Consiglio Direttivo dell’Associazione una valutazione del richiedente e dei suoi rappresentanti, anche alla luce del proprio Codice Etico. In tale esame si è ritenuto che i comportamenti tenuti dall’impresa e dal suo rappresentante nello svolgimento dell’attività editoriale, come rilevato in numerosi articoli pubblicati sui propri quotidiani anche a firma di Giovanni Coviello, direttore responsabile nonché amministratore unico della società richiedente, siano contrari al Codice Etico in quanto reiteratamente riportano affermazioni e deduzioni che creano discredito non solo sui vertici associativi ma anche sull’imprenditoria locale e sul sistema Confindustriale».

Viste le nostre denunce poco… etiche e i fatti successivi, che ancora coinvolgono anche per quanto da noi denunciato, tra cui la mala gestio della BPVi, vari imprenditori vicentini e l’allora loro presidente, ora imputato nel processo BPVi, potremmo essere felici della squalifica per “non eticità” emessa da Zigliotto e mantenuta, sia non inviandoci comunicati che non invitandoci ai loro eventi (autocelebrativi?), dal suo successore Luciano Vescovi, e potremmo censurare a nostra volta gli etici vertici confindustriali.

Ma VicenzaPiu.com, per rispetto dei lettori e grazie a un proprio e diverso stile, li ha sempre informati sulla vita delle aziende vicentine, che non per forza di cose si rispecchiano tutte in chi le dovrebbe rappresentare al meglio.

Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza
L’avv. on. Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza

Per cui anche oggi su un tema sensibile che le riguarda e al netto della nostra lotta a 360° ai comportamenti illeciti (anche quando ne siamo vittime come per esempio proprio per le vicende della nostra precedente società editrice aggredita con scomuniche e con liti temerari) non ci esimiamo dal nostro dovere, deontologico, di riferire l’opinione di un cittadino illustre di Vicenza, non certo sgradito a Confindustria anche se attento ai drammi che hanno colpito, ad esempio, i risparmiatori soci della BPVi.

Abbiamo, quindi, chiesto all’Avv. Pierantonio Zanettin, decano dei parlamentari vicentini, e componente della Commissione Giustizia di Montecitorio, di cosa si tratta e se davvero i timori espressi dagli imprenditori  siano fondati.

Innanzitutto on. Pierantonio Zanettin vuole spiegare ai lettori di VicenzaPiu.com cosa significa confisca allargata?

L’istituto della confisca allargata o per sproporzione, non è una novità. E’ già presente nel nostro ordinamento fin dal 1992. E’ stato introdotto per combattere e reprimere l’accumulo di capitali di illecita provenienza da parte di soggetti appartenenti ad associazioni per delinquere di stampo mafioso.

Consente di sequestrare e poi confiscare il denaro, i beni di cui il condannato non può giustificare la provenienza e di cui, anche mediante prestanomi, risulta essere titolare, o avere la disponibilità a qualsiasi titolo, in valore sproporzionato alla sua dichiarazione dei redditi o alla propria attività economica.

Cosa è cambiato allora per giustificare l’allarme degli imprenditori?

La confisca allargata che fino ad oggi era limitata ai reati di stampo mafioso, e questo si può certamente capire, con il decreto fiscale, collegato alla manovra di bilancio, è stata estesa anche ai reati fiscali.

E’ una cosa pericolosissima, di cui solo gli addetti ai lavori colgono la portata.

La soglia dei 100.000 euro di evasione, che giustifica sequestro e confisca del patrimonio e che potrebbe sembrare, a prima vista, elevata, in realtà è facilmente alla portata di una azienda anche di piccole dimensioni.

Ricordiamo che si tratta di una mera contestazione di una evasione, non di un accertamento definitivo. In teoria potrebbe bastare anche solo un errore di interpretazione, ma le  conseguenze possono essere  gravissime.

Il sequestro del patrimonio scatta senza necessità di una condanna di primo grado. Il Tribunale nomina un commissario giudiziario, che amministra l’azienda  per conto dell’indagato.

Gli effetti sono devastati, per chiunque vi incappa: famiglia, patrimonio, onore vengono distrutti. Comunque vada a finire, occorrono anni ed anni per uscirne.

L’esperienza, poi, insegna che questi commissari giudiziari sono in genere dei pessimi amministratori e restituiscono, ben che vada, aziende ormai decotte e fuori mercato.

C’è solo da sperare che la magistratura faccia un uso misurato di uno strumento così devastante.

Per fortuna a Vicenza ci siano sempre confrontati con una Procura della Repubblica equilibrata e che non cerca ribalte mediatiche. Ma non è così in tutte le parti del paese.

Però l’evasione fiscale è un reato grave, non trova giusto che venga punita con maggiore severità? In fondo negli Stati Uniti Al Capone fu incastrato e condannato per aver evaso il fisco.

Siamo tutti d’accordo che l’evasione fiscale è un reato grave e vada represso con efficacia.

Ma ricordiamoci che non c’è paese al mondo in cui la legislazione fiscale viene modificata anno dopo anno, generando confusione normativa.

L’esperienza professionale ci insegna quanto facilmente si rischia di incappare nelle contestazioni del fisco e quanto poi sia difficile uscirne.

Ma se le cose stanno davvero così, perchè nessuno ne ha parlato?

Ormai, ahimè,  questo paese è permeato a tutti i livelli da un insopportabile giustizialismo giacobino. Lo slogan potrebbe essere “manette per tutti”.

Il decreto fiscale è stato approvato dal Parlamento in quattro e quattr’otto, con due fiduce, perché era collegato alla manovra di bilancio.

Forza Italia ha alzato la voce, ricordo un appassionato intervento dell’on. Giusy Bartolozzi, in sede di discussione generale, ma non ha trovato eco nei media e nell’opinione pubblica.

Non mi stancherò di ripetere che in questi due anni di legislatura, con maggioranze politiche diverse, gialloverde prima e giallorossa ora,  sono state approvate leggi liberticide, delle quali non è stata ancora colta appieno la portata dirompente.

A parole si dice che si vogliono incentivare investimenti esteri, ma chi volete  che porti i propri capitali in un paese in cui si rischia la galera ad ogni passo e le leggi cambiano in quattro e quattr’otto .

Se continua così con la confisca allargata anche i pochi imprenditori rimasti saranno costretti a chiudere i battenti.

Processo BPVi: Giuseppe Zigliotto e Gianni Zonin
Processo BPVi: Giuseppe Zigliotto e Gianni Zonin

… Quelli rimasti ancora in piedi, caro on. Zanettin, dopo gli appalti tangentizi di alcuni grossi nomi dell’imprenditoria locale ma di livello nazionale e internazionale (Maltauro, un nome su tutti) e dopo l’esproprio tutt’altro che popolare della banca locale che di “Popolare” aveva solo il nome visti i favori di scambio proprio con molti dei frequentatori di palazzo Bonin Longare (lo chiamavamo da poco etici… giornalisti eretici palazzo Zonin Longare) che hanno azzerato i risparmi di decine di migliaia di vicentini e veneti, il 40% dei suoi soci, e di italiani, il restante 60%.

 

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Giovanni Coviello