Le migrazioni e i migranti emergono come una sfida epocale, richiedendo profondi ripensamenti e scelte “profetiche” da parte delle comunità ecclesiali e civili. Questo è stato il nucleo del dibattito svoltosi nella “due giorni” di confronto presso la Casa diocesana di spiritualità S. Maria Assunta a Cavallino (Venezia), coinvolgendo i Vescovi del Nordest e rappresentanti delle Diocesi della regione (fonte Patriarcato di Venezia).
Mons. Enrico Trevisi di Trieste ha sottolineato la dualità dell’altro, visto sia come risorsa che come minaccia, evidenziando l’interdipendenza tra individui. Ha enfatizzato la necessità di raccontare la propria identità ai nuovi arrivati, favorendo la comprensione reciproca. Le dimensioni del fenomeno migratorio, intrecciate al declino demografico e all’invecchiamento della popolazione, sono state affrontate dal prof. Stefano Allievi dell’Università di Padova. Ha sottolineato l’importanza di canali di immigrazione regolare, politiche di integrazione e ha criticato la distinzione tra richiedenti asilo e migranti economici.
Il biblista don Antonio Bortuzzo ha esaminato il tema delle migrazioni alla luce della Sacra Scrittura, invitando a una rilettura teologica del fenomeno. Mons. Domenico Mogavero, Vescovo emerito di Mazara del Vallo, ha condiviso esperienze dalla Sicilia, sottolineando la necessità che il rapporto con i migranti esca dalla marginalità pastorale. Ha indicato linee pastorali, tra cui l’ecumenismo della carità e la purificazione del linguaggio.
Il Vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha concluso l’incontro sottolineando la necessità di inquadrare il fenomeno migratorio in un contesto più ampio. Ha evidenziato la responsabilità delle comunità cristiane nel promuovere inclusività e compassione. Durante la discussione, la Delegazione Caritas del Nordest ha presentato le sfide affrontate nell’accoglienza dei migranti, sottolineando la necessità di risorse per l’integrazione.
I Vescovi del Nordest hanno espresso consapevolezza del ruolo chiave delle Chiese del Nordest nel dibattito pubblico e nelle relazioni con le istituzioni. Hanno auspicato segni concreti da parte delle autorità civili per favorire l’inclusione e la convivenza pacifica. Questo approccio, basato sul dialogo e sull’inclusività, potrebbe aprire nuove prospettive per affrontare il fenomeno migratorio e costruire una società più armoniosa e solidale.