Vicenza: in carcere per maltrattamenti in famiglia, revocati i lavori socialmente utili per l’abuso di alcol

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Nella mattinata di lunedì 14 luglio 2025, la Squadra Volanti della Questura di Vicenza ha dato esecuzione a un ordine di carcerazione nei confronti di un cittadino italiano di 55 anni, identificato con le iniziali C. D. L’uomo è stato condotto in carcere dopo la revoca di una pena sostitutiva che gli era stata precedentemente inflitta.

C. D. era stato condannato per il grave reato di maltrattamenti in famiglia, perpetrati ai danni della propria anziana madre. Per tale condanna, il Tribunale gli aveva concesso la possibilità di scontare la pena attraverso i lavori socialmente utili, una misura alternativa al carcere che mira al reinserimento del condannato attraverso attività non retribuite a favore della collettività.

Tuttavia, la sua condotta durante l’esecuzione di tale pena sostitutiva ha portato a un epilogo diverso. Le segnalazioni giunte alle autorità indicavano che C. D. si recava sul luogo di lavoro sotto l’effetto di sostanze alcoliche. Un comportamento inaccettabile e contrario ai principi stessi della pena sostitutiva, che richiede impegno e rispetto delle regole. Per questo motivo, il Tribunale di Vicenza ha disposto la revoca della pena alternativa, ordinando la sua immediata traduzione in carcere.

In Italia, i lavori socialmente utili sono una pena sostitutiva per reati di lieve entità, volta al recupero sociale. Richiedono il consenso del condannato e lo svolgimento di attività non retribuite presso enti convenzionati. Il corretto svolgimento e il rispetto delle condizioni sono monitorati, e la violazione degli obblighi, come l’abuso di alcol, può comportare la revoca della misura e il ripristino della pena detentiva originaria.