Vicenza, il Consiglio comunale vota “a maggioranza” mozione per riconoscimento Stato di Palestina tra applausi, tensioni e accuse incrociate

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Mentre fuori sala Bernarda un rumoroso gruppo di manifestanti con bandiere, tamburi e balli solidarizzava con il popolo palestinese massacrato a Gaza e mentre nella sala delle istituzioni comunali loro solidali facevano altrettanto in maniera rispettosamente silenziosa, un dibattito lungo, acceso, a tratti commosso, a tratti esplosivo ha infiammato la seduta del Consiglio comunale di Vicenza di oggi, incentrata sulla mozione presentata dal consigliere Marchetti (PD) e sottoscritta da larga parte della maggioranza, per chiedere al governo italiano il riconoscimento dello Stato di Palestina, ma, questa l’accusa delle minoranze, “senza aver provato a condividerla con loro”.

Manifestanti pro Palestina in sala Bernarda
Manifestanti pro Palestina in sala Bernarda

Nel documento, sottoscritto da tredici consiglieri (oltre a Marchetti Pizzolato, Pilan, Corbetti, Bassanello, Grimaldi, Colombara, Consolaro, Poncato, Bez, Zaramella, Bardin e Maran) “per il riconoscimento dello Stato di Palestina”, si impegna il sindaco a promuovere presso l’esecutivo nazionale e le istituzioni europee una presa di posizione chiara e formale a favore dello Stato palestinese, in linea con le decisioni già assunte da Paesi come Spagna, Irlanda e Norvegia.

A illustrare e sostenere  con forza la mozione è stata in Aula la consigliera Martina Corbetti (Coalizione Civica – Sinistra Verdi), che ha parlato di “una necessità urgente e condivisa” per dare dignità e voce a un popolo “massacrato davanti ai nostri occhi”, ricordando le decine di migliaia di vittime palestinesi, tra cui migliaia di bambini, dall’inizio del conflitto in corso. “Non possiamo restare inerti di fronte a un genocidio – ha detto – e serve ora una scelta chiara e netta per la pace”. Corbetti ha anche denunciato le continue violazioni del diritto internazionale da parte dell’esercito israeliano, tra cui l’attacco a ospedali e soccorritori, la deportazione forzata e il blocco degli aiuti umanitari.

Il sindaco Giacomo Possamai ha ribadito l’equilibrio del testo, definendolo “una mozione non solo politica, ma di coscienza”, e ha sottolineato il significato del riconoscimento dello Stato palestinese quale premessa per qualsiasi processo di pace reale: “Non si può avere pace senza riconoscimento reciproco. Se uno dei due soggetti non è riconosciuto, non c’è tavolo negoziale possibile”. Nel suo intervento, Possamai ha anche letto una toccante lettera scritta dagli studenti del liceo Fogazzaro, presenti in sala, che chiedevano “giustizia e dignità per tutti i popoli”.

A favore della mozione si sono espressi anche i consiglieri Pilan, Grimaldi, Bardin e Consolaro, con parole dure contro l’indifferenza dell’Europa e il silenzio dell’Italia. “Oggi – ha detto Pilan – chi tace è complice. Lo Stato italiano è corresponsabile di ciò che accade se continua a fornire armi a Israele e a non assumere una posizione chiara”.

Tutt’altro l’approccio del centrodestra, che ha criticato sia il metodo che il merito dell’iniziativa. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Conte, pur condannando il massacro in corso, ha denunciato l’assenza di qualsiasi riferimento a Hamas nel testo della mozione, definendola “unilaterale” e “divisiva”. “Non possiamo partecipare a un voto – ha affermato – che ignora gli atti terroristici del 7 ottobre 2023 e che viene presentato senza tentare una reale convergenza tra le forze politiche”.

Sulla stessa linea anche i consiglieri Maltauro e Notarangelo, che hanno ribadito il loro sconcerto per la mancata condivisione del testo con l’opposizione e per il mancato equilibrio. “La questione palestinese è tragica e drammatica, ma non può essere affrontata ignorando che Hamas tradisce ogni giorno il popolo che dice di rappresentare”, ha detto Notarangelo.

Non sono mancati toni aspri e scambi polemici tra i banchi, soprattutto nei passaggi finali della discussione, con Marchetti e il sindaco che hanno ribadito l’apertura al dialogo e la possibilità di un emendamento sulla denucnia esplicita di Hams ma non raccolta dal centrodestra che ha affermato, per bocca di Giorgio Conte, che le convergenze vanno cercate prima e non in aula, soprattutto quando un consigliere di maggioranza, Pilan, ha definito Giorgioa Meloni come corresponsabile del massacro.

Al termine, la mozione è stata approvata con i voti della maggioranza, mentre il centrodestra ha deciso di non partecipare al voto.

Il Consiglio comunale di Vicenza si unisce così, purtroppo senza una posizione unitaria che andava cercata se non ci si fosse voluta intestare la mozione, ad altre istituzioni locali che, in tutta Italia, chiedono un riconoscimento politico e più che simbolico dello Stato della Palestina, rivendicando il diritto alla pace e all’autodeterminazione per un popolo da troppo tempo oppresso e invisibile.