Vicenza, presentato studio effettuato sulle scene scamozziane del Teatro Olimpico

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teatro Olimpico di Vicenza

Il Teatro Olimpico. Memorie. Visioni. Strumenti, analisi e interpretazioni. Conservazione e prospettive culturali” è il titolo della giornata di studi che si è tenuta nelle scorse ore all’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza.

Durante l’incontro sono stati presentati i risultati di una campagna diagnostica effettuata sulle scene del Teatro Olimpico di Vicenza progettate da Vincenzo Scamozzi in occasione della prima rappresentazione di Edipo Re avvenuta il 3 marzo 1585 per i festeggiamenti del carnevale. Le scene scamozziane costituiscono un unicum nel panorama mondiale rispetto alla conservazione di scenografie lignee fisse nei teatri rinascimentali italiani.

Lo studio è stato finanziato dal Ministero della Cultura e condotto dall’Università Iuav di Venezia e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

In apertura il sindaco Giacomo Possamai ha ricordato che “grazie a questo progetto è stata compiuta un’analisi approfondita in particolare delle scene linee di Scamozzi, con la collaborazione di numerosi soggetti autorevoli che hanno dato un apporto scientifico fondamentale. Il Teatro Olimpico è il monumento più visitato della città che suscita stupore e meraviglia nei visitatori alla vista di un’architettura straordinaria. Le analisi effettuate aiuteranno Comune e Accademia Olimpica a comprendere come intervenire per conservare un bene tanto prezioso quanto delicato”.

“Il monitoraggio dei dati ci permette di conservare e preservare il Teatro Olimpico e a tal fine lo studio che viene presentato oggi diventa fondamentale – ha detto l’assessore alla cultura Ilaria Fantin -. E lo è ancor di più se si pensa che il Teatro è un monumento che accoglie i visitatori, ma è anche palcoscenico per spettacoli rientranti in rassegne sempre più prestigiose che richiedono allestimenti e supporti tecnici che devono essere rispettosi del bene architettonico”.

Il soprintendente Andrea Rosignoli ha ricordato che “il rilievo tridimensionale e le indagini condotte sulle scene scamozziane costituiscono un’occasione importante di conoscenza e approfondimento, resa possibile grazie ad una preziosa collaborazione interistituzionale e coordinato in sinergia tra la Soprintendenza di Verona e Iuav. Le indagini sono state condotte adottando elevati standard di qualità e tramite l’uso di apparecchiature e tecnologie avanzate, consentendo così di avere a disposizione un patrimonio di dati che costituisce una novità assoluta e che ci consente di dotarci di strumenti per accrescere la conoscenza del bene culturale e per studiarne le strategie di tutela e conservazione per il futuro”.

Il soprintendente è poi entrato nel dettaglio: “Lo studio ha consentito la restituzione di un inedito e complesso rilievo tridimensionale. Inoltre sono state condotte delle rilevazioni acustiche, di primaria importanza per comprenderne il funzionamento come luogo di spettacolo. L’indagine ha riguardato anche gli aspetti microclimatici per monitorare le oscillazioni termoigrometriche condizionate dalla forte variabilità di persone contemporaneamente presenti nel teatro. Infine è stata condotta una campagna tramite microprelievi sulle pellicole pittoriche. Tutti questi dati saranno utilissimi per capire l’incidenza di questi aspetti sulle condizioni conservative delle scene, realizzate in legno e gesso, materiali antichi e fragili”.

Sono quindi intervenuti il segretario generale dell’Accademia Olimpica Maria Elisa Avagnina e il presidente del Cisa Edoardo Demo.

Il convegno, coordinato da Giovanna Battista della SABAP, è proseguito con gli interventi della stessa Battista, del direttore del Cisa Guido Beltramini, dell’Università Iuav di Venezia con Emanuela Sorbo, responsabile scientifico della ricerca, Fabio Peron, Paolo Ruggeri, Fabrizio Antonelli, Elena Tesser, Rebecca Piovesan, Caterina Balletti, Francesco Guerra e Paolo Venier.

Il convegno si è chiuso con l’intervento della dirigente dei Musei civici di Vicenza Valeria Cafà e del presidente dell’Accademia Olimpica Giovanni Luigi Fontana.