Villa Maser, la maestria del Palladio incontra il pennello del Veronese nei pressi di Asolo nel Trevigiano

1954
Villa Maser
Villa Maser; credits: pagina ufficiale della villa

Poco distante da Asolo, borgo veneto che Carducci definì “città dei cento orizzonti” si erge, sulle pendici di una collina, una gemma poco conosciuta: si tratta di Villa Maser o Villa Barbaro, Patrimonio dell’Umanità UNESCO e capolavoro di Andrea Palladio.

Edificata tra il 1554 e il 1560 per i fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro, la villa è un significativo punto di realizzazione della nuova tipologia di edifici di campagna a partire, in questo caso, dal vecchio palazzo medioevale di proprietà della famiglia. In quest’area molte nobili famiglie veneziane trascorrevano i mesi estivi in ville che erano luogo di svago e cultura, ma anche sedi per lo sviluppo e il controllo delle nascenti attività agricole.

La duplice funzione passata si percepisce immediatamente ancora oggi: il corpo centrale (recupero della casa padronale) richiama l’arte classica mentre ai lati i tipici portici rurali richiamano le caratteristiche barchesse destinate all’agricoltura per poi terminare con le colombaie, deposito per i prodotti e gli arnesi agricoli, così che come scrisse lo stesso Palladio di questi ampi spazi “… per tutto si può andare al coperto…”.

Villa Maser, ben visibile dalla strada sottostante, è custodita da due splendidi leoni di pietra e sei statue raffiguranti le divinità dell’Olimpo. Sul timpano si trova lo stemma dei Barbaro al centro di un’allegoria che rappresenta la pace e l’armonia. Gli stessi ideali che hanno ispirato la costruzione dell’edificio e che si ritrovano come tema negli affreschi.

Tempietto; credits: pagina Facebook ufficiale della villa

Le decorazioni interne sono di Paolo Veronese che ha realizzato un ciclo di affreschi che si distribuisce nell’arco delle sei stanza del piano nobile: portico d’ingresso, sala a Crociera, stanza di Bacco, stanza del tribunale d’Amore, sala dell’Olimpo e stanza del cane.
In ogni caso, prima di entrare nella villa vale la pena soffermarsi a osservare il Tempietto.
Realizzato a conclusione della carriera di Palladio, attorno al 1580, questo edificio coronò il sogno che l’architetto veneziano aveva a lungo inseguito, ossia quello di costruire una chiesa a pianta circolare. Il cerchio infatti, essendo infinito, era secondo l’architetto la forma che più si avvicina alla rappresentazione di Dio.

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Ninfeo

Il cortile d’ingresso, con il glicine, le rose e le bignonie rampicanti che fioriscono in successione da aprile ai primi di luglio, accoglie e rapisce il visitatore. Sul retro della villa c’è il Ninfeo, una fontana creata dallo stesso Barbaro, con dieci nicchie all’interno delle quali si alternano dèi e semidei. Alessandro Vittoria disegnò la decorazione e realizzò alcune delle sculture rappresentanti divinità dei boschi e dell’Olimpo. I quattro giganti sono opere attribuite a Marcantonio Barbaro. Il messaggio è che le ninfe dei boschi venute alla fonte hanno trovato un’atmosfera talmente meravigliosa che si sono fermate nelle nicchie a protezione della villa e dei suoi ospiti.

Sala a crociera; credits: sito ufficiale della villa

Tra le sale, uno dei tesori più importanti del Rinascimento veneziano, spicca la Sala a Crociera, così chiamata per la forma che Palladio le diede per creare un salone cuore della vita della Villa. Qui gli affreschi di Paolo Veronese simboleggiano la vita quotidiana dei possidenti veneti committenti dell’architetto e sono il trionfo del colorismo veneto e del trompe l’oeil, la tecnica delle architetture dipinte: colonne e arcate uscite dal pennello del pittore incorniciano paesaggi a cui fanno eco quelli reali fuori dalle grandi finestre. Tutto contribuisce a creare un’atmosfera gioiosa, rilassata, per invitare all’otium: un paggio e una bambina danno il benvenuto dalle porte, mentre nelle nicchie le suonatrici allietano l’atmosfera con la loro musica e le armi come lance e alabarde appoggiate negli angoli sono un invito a lasciare i fardelli delle battaglie quotidiane per godere dei piaceri della vita in villa.

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Sala dell’Olimpo; credits: sito ufficiale della villa

Altra sala fulcro di Villa Maser è la sala dell’Olimpo, il cuore della casa, la sala centrale dove ci attende la Signora Barbaro dipinta da Paolo Veronese alla balaustra, sotto la volta affrescata dove sono rappresentati gli dei dell’Olimpo. Qui lo sguardo si diverte a spaziare in tutte le direzioni scoprendo le prospettive reali delle stanze che si aprono oltre le porte in successione, all’esterno verso il Ninfeo, o in alto verso la volta. A queste si sommano le prospettive dipinte da Paolo Veronese: i paesaggi, le colonne, le nicchie con statue. In alto, la finta balaustra alla quale si affaccia la moglie di Marcantonio Barbaro, Giustiniana Giustinian, con la nutrice e i tre figli, è diventata un’immagine famosa in tutto il mondo. Nella finta veduta a destra, sotto alla signora Barbaro, il pittore ha raffigurato la Villa di Maser.

Infine, in fondo alle stanze, il dipinto di un uomo che con i cani rientra dalla caccia è l’autoritratto di Paolo Veronese, un segno d’affetto per la Villa che conserva ancora oggi la sua vocazione agricola e vinicola. Attualmente infatti, nei pressi della Villa, si trova la cantina dove vengono lavorate esclusivamente uve provenienti dai vigneti di proprietà dislocati in zona collinare ed iscritti all’albo della denominazione di origine controllata “Montello e Colli Asolani”. Al termine della visita si può allora concedersi un buon bicchiere di vino.