Vini bianchi e rossi dal Veneto al “Wine Specialists Journal”

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Conegliano Valdobbiadene Unesco, Veneto
Conegliano Valdobbiadene Unesco, Veneto

Dal Veneto un Primo Franco, Valdobbiadene Porosecco Superiore DOCG di Nino Franco e un Nodo d’amore rosso Trevenezie IGT di Farina alla Wine Specialists Council.

Il rapporto della Wine Specialists Council con il Veneto è davvero molto particolare, non solo per la storia della testata che ci ospita, non solo per le storie personali di molti di noi, intrecciate a vario titolo con tale territorio, ma anche e soprattutto perché siamo assolutamente consapevoli che se vogliamo bere bene, non possiamo non volgere lo sguardo e tutte le nostre terminazioni sensoriali ad una terra come il Veneto!

Vocata alla vitivinicoltura sin dal tempo antecedente alla presenza dei romani nell’area, addirittura a partire dal VII secolo a.C., il Veneto si è con il tempo guadagnato un posto di tutto rispetto sul mercato italiano e internazionale, soprattutto con le due punte di diamante che rappresentano il fiore all’occhiello della produzione locale. Dalla provincia di Treviso fino a quella di Verona siamo al cospetto di due terroir davvero particolari: da un lato le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2019, che ci restituiscono la perla della nostra produzione italiana con le bollicine, un vino beverello e fresco per tutte le occasioni, il prosecco, da uve Glera; dall’altro non si può non restare affascinati anche dalla bellezza naturalistica della Valpolicella, che con i suoi vitigni principali, Corvina, Corvinone e Rondinella, ci regalano vini importanti nella struttura e nella qualità come l’Amarone e il Ripasso.

Primo Franco di Nino Franco, Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, 10,5% vol.

Primo Franco, prosecco
Primo Franco, prosecco

Sia chiara una cosa: di prosecco in giro ormai ce n’è una quantità pressocché sterminata e, soprattutto, ce n’è per tutte le tasche e per tutti gli abbinamenti, ma ci preme anche precisare che i prosecchi non sono tutti uguali, così come va precisato, per il bevitore o la bevitrice non po’ distratto/a, che non basta avere le bollicine, il tappo a fungo e la gabbietta per essere di fronte ad un prosecco! Questo prodotto veneto di Nino Franco, infatti, non è un vino con le bollicine come tanti altri, ma ci troviamo di fronte ad Prosecco Valdobbiadene Superiore millesimato del 2019 davvero particolare, anche perché celebra i 100 anni dalla fondazione della cantina. Da commercianti vitivinicoli a produttori ed esportatori internazionali, la famiglia Franco con Antonio, Giovanni, Primo e Silvia sono ormai alla quarta generazione di esperti di vini e non solo, avendo allargato il volume d’affari con l’acquisizione Villa Barberina, una tipica villa veneta settecentesca, punto di riferimento della ricezione di lusso. Il prosecco Primo Franco, prodotto da uve Glera di alta collina in purezza, si presenta di colore giallo paglierino, trasparente e luminoso con una bollicina persistente e sottile. Al naso il fruttato di mela matura, ananas e pesca si accompagna ad un floreale delicato di glicine, biancospino e camomilla. Una nota minerale di gesso lascia delicatamente il posto a intense erbe aromatiche e complesse percezioni eteree tendenti al miele. In bocca è percepibile la sua tendenza dolce, ma dall’alcool contenuto. Siamo di fronte ad un prosecco veneto sapido ed equilibrato con una chiusura di bocca precisa che noi consigliamo di abbinare a stuzzichini, ma anche a primi piatti con una discreta untuosità.

Nodo d’amore rosso, Trevenezie IGT di Cantine Farina, 14% vol.  

Nodo d'amore rosso Trevenezie IGT
Nodo d’amore rosso Trevenezie IGT

Restiamo in Veneto, ma ci spostiamo dalle colline trevigiane di Valdobbiadene a quelle veronesi della Valpolicella per degustare un vino rosso molto evocativo nel nome, un vero e proprio manifesto d’amore per un appuntamento di cui si vorrebbe conservare un ricordo indelebile. Nodo d’amore Trevenezie IGT è un rosso che la Cantina Farina, altra casa centenaria nella zona della Valpolicella, produce da uve Corvina 65%, Merlot 25% e Teroldego 10%, che poi fanno un affinamento per il 30% in barriques nuove e per il restante 70% in botti di rovere di Slavonia, oltre ad un successivo affinamento in bottiglia. Alla vista si presenta di colore rosso rubino con unghia granata, mentre al naso si sprigiona immediatamente un sentore di marmellata di more, lampone, ribes, oltre al floreale di viola, al rosmarino, alla nota di grafite, alla cannella, ai chiodi di garofano, alle tostature di tabacco da sigaro, al cioccolato e all’inchiostro. In bocca il Nodo d’amore si apre come un vino caldo, secco, rotondo con tannini setosi, con una persistenza sicuramente lunga e una qualità definita da fare evolvere ulteriormente. Siamo in Veneto, per cui accompagnarlo ad una bella bistecca di carne sarebbe l’ideale, ma anche con della tipica cacciagione questo rosso potrebbe dare grandi soddisfazioni gustative e sensoriali.


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a cura di Michele Lucivero

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