Violenza contro le donne, dalla Regione Veneto 5 milioni e mezzo di euro per contrastarla. Zaia: “Lo sdegno non basta, serve concretezza”

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La regione Veneto mette in campo quasi 5 milioni e mezzo per contrastare la violenza sulle donne (foto d'archivio)
Violenza sulle donne (foto d'archivio)

Sdegno e preoccupazione non bastano, servono atti concreti: così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha commentato la delibera approvata dalla Giunta Regionale, su proposta dell’assessore alla sanità e alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin – con la nuova programmazione dei fondi per le attività di contrasto alla violenza contro le donne. Il progetto è stato condiviso con il “Tavolo di coordinamento regionale per la prevenzione ed il contrasto alla violenza contro le donne” che, riunito dall’Assessore lo scorso mese, ha dato parere favorevole all’unanimità.

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Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia

Il presidente Zaia ha ricordato con dolore le tante, troppe giovani donne uccise da compagni violenti, episodi che sono la punta dell’iceberg di un drammatico problema sociale assai vasto e diffuso: «Le notizie che la cronaca ci propone, con allarmante frequenza, ci impongono di agire. Provvedimenti come quello appena varato danno una risposta a quelle donne costrette a misurarsi con questo triste fenomeno, che si consuma molto spesso tra le mura domestiche, intervenendo inequivocabilmente contro questa piaga sociale con attività di prevenzione, protezione, accoglienza riscatto e informazione».

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L’assessore Manuela Lanzarin

L’assessore Lanzarin ha sottolineato che la novità del provvedimento è l’apertura degli sportelli antiviolenza nelle università di Padova, Venezia e Verona: « Dai recenti tristi fatti di cronaca – ha aggiunto l’assessore – abbiamo avuto la conferma che studentesse e giovani donne possono essere vittime di questa piaga. Questi nuovi sportelli sono il frutto di una precisa sinergia della Regione con gli Atenei. Un servizio che va ad aggiungersi a quelli compresi nella vasta rete specifica organizzata nel Veneto e in continua espansione da alcuni anni”.

Un provvedimento che mantiene l’impegno preso dalla Regione Veneto riguardo il tema della violenza contro le donne: «Il Veneto – ha concluso l’Assessore – dispone di una rete

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La consigliera capogruppo del Il Veneto che vogliamo Elena Ostanel

che si articola principalmente in 25 Centri antiviolenza, 31 Case rifugio e numerosi sportelli su tutto il territorio. Un’attività che punta su numerose linee d’intervento oltre quella della protezione. Sono messe in campo, infatti, iniziative pensate per assicurare la ripartenza sociale ed economica, per il sostegno abitativo e il reinserimento lavorativo e contrastare situazioni di violenza psicologica o fisica con interventi di prevenzione, assistenza, sostegno”.

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La consigliera capogruppo Pd Vanessa Camani

Positivo anche il commento delle Presidenti dei gruppi consiliari de Il Veneto che vogliamo, Elena Ostanel, e del Partito Democratico, Vanessa Camani, in seguito all’approvazione della deliberazione di Giunta. «Nella delibera approvata – hanno dichiarato – rientrano anche i cinquantamila euro stanziati grazie ad un nostro emendamento approvato all’unanimità durante lo scorso bilancio, fondi che verranno utilizzati per l’apertura nelle Università pubbliche della Regione di Sportelli antiviolenza. Come abbiamo sempre sostenuto, l’attività sulla quale bisogna investire più di tutte le altre è la prevenzione, per permettere alle donne di essere ascoltate, credute e sostenute quando denunciano. L’impegno che abbiamo chiesto durante il bilancio alla Regione Veneto è stato quello di rendere la rete degli Sportelli antiviolenza presente in ogni luogo sensibile e che possa essere vicino alle donne, oltre che accessibile in ogni momento: l’ultima delibera è un buon primo passo verso questo obbiettivo”.

Anche Ostanel e Camani sono andate con la memoria al recente passato e hanno indicato nella concretezza la strada giusta per evitare il ripetersi di crimini drammatici: «La nostra Regione è stata scossa negli ultimi mesi da diversi femminicidi, che ci hanno riportato alla realtà dei fatti, ovvero che lo sdegno a parole non serve a nulla se non è poi seguito da azioni concrete come queste, che mirano a rendere ogni luogo della vita di tutti i giorni sicuro e pronto ad ascoltare e sostenere. Il nostro impegno continuerà, anche nell’ottica di maggiori fondi, costanti e concreti».

Il provvedimento mette in campo risorse per un valore complessivo di quasi 5 milioni e mezzo di euro tra fondi della Regione Veneto (1.550.000 euro) e fondi quelli messi a disposizione a livello nazionale (3.940.949,68 euro).

Questa la suddivisione:

FONDI REGIONALI:

– 1.000.000,00 € contributo per l’autonomia delle donne prese in carico dai centri antiviolenza e case rifugio A e B, con riparto diretto e in egual misura alle strutture che risulteranno iscritte negli elenchi regionali.

– 50.000,00 € contributo per l’apertura di sportelli presso le sedi universitarie, con assegnazione diretta alle Università di Padova, Venezia e Verona con accordo di collaborazione.

– 300.000,00 € per dare sostegno alle attività e servizi delle case rifugio con riparto diretto e in egual misura alle strutture che risulteranno iscritte negli elenchi regionali.

– 200.000,00 € per le attività di informazione, comunicazione e formazione.

FONDI NAZIONALI:

– 1.403.560,69 per il sostegno alle attività e servizi dei 25 CAV.

– 1.427.388,99 per il sostegno alle attività e servizi delle 31 case rifugio.

– 210.000,00 per il sostegno agli sportelli.

– 400.000,00 per il sostegno dei centri antiviolenza e delle case rifugio, con attenzione al finanziamento delle rette di accoglienza, anche in emergenza, delle donne e delle figlie e dei figli minori, vittime di violenza.

– 150.000,00 per il sostegno alle attività e servizi dei centri antiviolenza contribuendo ai costi di gestione.

– 150.000,00 per il sostegno ai centri antiviolenza e alle case rifugio – contributo per spese formazione e supervisione operatrici.

– 200.000,00 per le attività di informazione, formazione e comunicazione per il territorio regionale con gli Enti afferenti ai protocolli di rete.