8 marzo 2022, Boschetto: raggiungere obiettivi UE su % occupazione donne e assistenza infanzia. Barbon: “Donne che lavorano baluardo contro guerra”

Boschetto: “siamo in ritardo di 12 anni) sulla % di occupazione femminile e sull’offrire una assistenza all’infanzia per almeno il 33% dei bambini con meno di 3 anni”.

560
Donne Impresa, Barbara Barbon con Roberto Boschetto (Confartigianato Imprese Veneto)
Donne Impresa, Barbara Barbon con Roberto Boschetto (Confartigianato Imprese Veneto)

A nove anni dalla sua istituzione, a San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, le donne manifestarono per chiedere la fine della guerra. In seguito, per ricordare questo evento, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste che si svolse a Mosca nel 1921 fu stabilito che l’8 marzo fosse la Giornata internazionale dell’operaia (qui la storia completa dell’8 marzo, ndr).

“Un evento della storia forse dimenticato ma che assume una importanza straordinaria l’8 marzo 2022 in cui i “venti” di guerra hanno ripreso a soffiare in Russia e in Europa”. A ricordare l’aneddoto Barbara Barbon Presidente di Confartigianato Donne Impresa del Veneto che ribadisce quanto importante sia -anche per la pace- “mettere in atto tutti gli strumenti necessari affinché sempre più donne possano avere un ruolo nel mondo del lavoro”.

“C’è un aspetto, tra i tanti, su cui dobbiamo subito lavorare -aggiunge Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto (qui altre note su ViPiu.it di questa associazione, ndr) -, l’offerta di servizi nido. Asili nido e partecipazione delle donne al mondo del lavoro sono infatti temi strettamente legati. Aumentare l’occupazione femminile era l’intento esplicito degli obiettivi di Barcellona, stabiliti dall’Ue e va di pari passo con l’obiettivo di offrire una assistenza all’infanzia per almeno il 90% dei bambini tra i 3 e i 6 anni e per almeno il 33% dei bambini con meno di 3 anni. A 12 anni dalla scadenza di quegli obiettivi, come Italia e come Veneto, siamo ancora troppo lontani”.

In Italia i posti autorizzati per 100 bambini di 0–2 anni sono 26,9. Un dato più elevato si rileva per il Veneto, con 30,6; tuttavia siamo ancora al di sotto della soglia del 33% individuata dall’UE. Risulta comunque evidente la stretta correlazione tra partecipazione delle donne al mercato del lavoro ed estensione dei servizi per la prima infanzia se si confronta l’indicatore regionale di presa in carico degli utenti dei servizi per la prima infanzia ed il tasso di occupazione femminile che crescono di pari passo.

Circa 16% delle famiglie non sceglie di mandare i propri figli all’asilo nido per motivi di costo. Nella nostra regione, il 24,6% della spesa per asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia è sostenuta dalle famiglie. Una delle incidenze più elevate a livello nazionale.

“L’aumento dei contributi concessi ai servizi per la prima infanzia è una delle richieste che il Movimento intende portare all’attenzione delle Istituzioni –afferma Barbon-. Anche la rigidità degli orari è una criticità riscontrata dalle famiglie: è fondamentale la flessibilità dei servizi per infanzia e ragazzi soprattutto per quelle famiglie in cui i genitori si trovano a dover lavorare il sabato o in fasce serali o preserali. Buone notizie potrebbero arrivare dal PNRR che per l’imprenditoria femminile e potenziamento di infrastrutture sociali e scuola per bambini under 6 anni -grazie ad uno stanziamento di 3,6 miliardi di euro- rafforza gli strumenti del Family Act che aiuta le famiglie anche sostenendo le spese per crescita, mantenimento e educazione dei figli, incentivando la conciliazione vita-lavoro ed il rientro a lavoro delle madri dopo la maternità”.

Per quanto riguarda l’occupazione, in Veneto, il 42,4% degli occupati è donna, con un tasso di occupazione femminile pari al 56,5% ancora lontano dai livelli europei (62,4%). Nel 2019 l’occupazione femminile in Veneto aveva raggiunto il suo massimo storico, con circa 932 mila donne occupate.

“Il 2020 –afferma Boschetto– ha subito chiaramente gli effetti della pandemia. Il calo del tasso di occupazione complessivo ha risentito in particolar modo della contrazione relativa ai lavoratori indipendenti: tra questi, le donne sono risultate maggiormente penalizzate. Ma i dati a fine 2021 riferiti alle donne con cariche nelle imprese artigiane delineano un quadro incoraggiante: nella nostra regione sono 36.376 (il 22,2% del totale persone artigiane). In valori assoluti siamo la seconda regione per numero di donne con cariche in imprese artigiane (dietro a Lombardia e davanti ad Emilia Romagna). Praticamente stazionarie -0,2% migliore del -0,7% della componente maschile.

“Dobbiamo fare crescere il numero delle donne imprenditrici –conclude Boschetto-. E le linee 1 e 2 del Fondo Impresa Femminile finalmente finanziate (nella legge di bilancio 2021 40 mln di euro integrati con ulteriori 400 milioni, secondo quanto previsto dal PNRR) puntano proprio ad investimenti, il primo per l’avvio dell’attività e sostegno alle nascita delle imprese femminili, ed il secondo per il consolidamento e rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese femminili. Il Punto 3 infine è dedicato a programmi e iniziative per la diffusione di cultura imprenditoriale femminile e programmi di formazione e orientamento verso materie e professioni in cui la presenza femminile è ancora marginale”.