Infibulazione, se ne parla in un convegno con Rotary Club Piscopia di Vicenza

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infibulazione
Da sx Gilberto Padovan e Claudio Gori

Domani venerdì 18 novembre 2022, alle 17 e 30 a Padova si terrà il convegno “Mutilazioni genitali femminili: Infibulazione”, organizzato dal Rotary Club ELC Piscopia di Vicenza D2060, per porre l’attenzione antropologica, medica e sociale su tale violenza del genere umano sui diritti di bambine e giovani donne. Le mutilazioni genitali vengono praticate principalmente su bambine tra i 4 e i 14 anni di età.

Il convegno, aperto al pubblico presso l’Aula Celebrazioni presso l’università di Mediazione Linguistica CIELS di Padova in Via Sebastiano Venier 200, sarà moderato dal giornalista e vice presidente del Rotary Club Piscopia Claudio Gori, ospita gli interventi del Dott. Prof. Simone Borile, uno dei massimi esperti antropologi ed criminologo, la Dott.ssa Marina Semenzato, ostetrica e docente di corsi per istruttori regionali sulla violenza di genere ed il  Dott. Prof.  Giorgio Rizzato, docente corsi di laurea Ostetricia, Dipartimento Salute Donna e Bambino, Scuola di  Medicina, Università degli Studi di Padova.

Il convegno, introdotto da Gilberto Padovan Presidente del Rotary Club Piscopia, vuole essere una campagna di informazione e divulgazione della cultura dei diritti umani e del diritto all’integrità della persona, mettendo in luce anche le difficoltà degli operatori chiamati a gestire vittime di violenza e che agiscono all’interno di una cornice etico – deontologica che è solitamente strutturata mediante protocolli giuridici, istituzionali e medici, rigidamente prefissati e precostituiti.

Interventi anche per comprendere una dinamica non sempre osservata dagli operatori: l’aspetto culturale. Come può incidere l ‘orientamento culturale del paziente? Come viene vissuta una violenza fisica subita da una donna, il cui contesto etnico culturale approva o sostiene comportamenti inflittivi e violenti come l’infibulazione? Come è percepita simbolicamente la malattia o la violenza presente nel corpo della vittima? Come è possibile costruire un ponte dialogico consensuale tra pazienti culturalmente interdetti al dialogo, al confronto, alla rivelazione?