Indagine Confcommercio Veneto sulle spese extra per l’estate: anche per i vicentini vincono ristorazione e abbigliamento

Rimane stabile la capacità di spesa, anche se c'è più preoccupazione. Per il presidente di Confcommercio Vicenza Nicola Piccolo è un buon segnale la preferenza per lo shopping nei negozi rispetto all’on line

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Una buona mangiata, al ristorante o a qualche evento all’aperto, oppure, approfittando dei saldi estivi che inizieranno a luglio, qualcosa da vestire, o ancora qualche giorno di vacanza: così i veneti intendono spendere nei mesi estivi i soldi in più, ovvero ciò che resterà una volta saldate bollette, mutui, affitti e spese varie secondo un sondaggio voluto da Confcommercio del Veneto, in collaborazione con Unioncamere Veneto. L’indagine, condotta su un campione di 600 residenti in Veneto, ha appunto messo al primo posto tra le spese “extra” quelle per mangiare fuori, indicate dal 77% degli interpellati, al secondo, col 72%, abbigliamento e calzature e al terzo col 64% la spesa per viaggi e vacanze.

Nicola Piccolo presidente Confcommercio Vicenza su desertificazione Commerciale
Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza

I numeri vicentini sono più o meno simili, con la convivialità al primo posto e abiti e scarpe al secondo, mentre al terzo le spese per gli acquisti nel settore benessere e cura della persona superano di qualche punto quelle per i viaggi. Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza, sottolinea come i dati non si discostino troppo da quelli dello scorso anno, anzi, la propensione a spendere per mangiar fuori è leggermente aumentata: “Sono numeri che confermano l’attrattività del comparto della ristorazione, che nel nostro territorio si esprime con ottimi ristoranti, trattorie, pizzerie e locali”. Un trend positivo che si nota anche nel centro storico del capoluogo berico, dove di recente hanno aperto nuove attività food&beverage e dove c’è sempre grande affluenza di pubblico agli eventi dove c’è la possibilità di gustare del buon cibo. Un altro dato che fa piacere al presidente Piccolo è la propensione ad acquisti di abiti e scarpe, che fa ben sperare in vista dell’apertura dei saldi a luglio. Conforta poi constatare come per i veneti il canale migliore per acquistare rimanga il negozio fisico, preferito dal 69% del campione interpellato contro il 31% di preferenza per l’on line. Lo scorso anno gli stessi dati erano 70-30, quindi il web ha guadagnato pochissimo. “Un buon segnale – dichiara il presidente Piccolo – che ci fa capire che l’esperienza dello shopping reale mantiene il suo valore, che è dato dalla somma tra autenticità delle relazioni, professionalità dei negozianti, piacere di provare il capo e ricevere consigli personalizzati”.

Quanto all’altro lato della medaglia, ovvero la capacità di spesa effettiva dei vicentini, la ricerca di Confcommercio Veneto e Unioncamere mette in evidenza una situazione un po’ più complessa, dato che l’83% del campione intervistato ha affermato che l’aumento del costo della vita sta condizionando le decisioni di spesa. Un condizionamento che al momento rimane contenuto: rispetto allo scorso anno il budget di spesa rimarrà invariato per il 66% degli interpellati. Il 28% prevede di spendere meno, mentre solo il 5% spenderà più dello scorso anno.