All-star weekend 2022. “Basket Case News”: record peggiore di ascolti della storia

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All-star weekend 2022
All-star weekend 2022

Anche quest’anno, come da tradizione, nelle sere che segnano la metà della stagione, che questa volta sono capitate tra il 18 e il 20 febbraio, si è svolto l’All-star weekend che, mai come in questi ultimi anni, sta vivendo un periodo di “crisi”, registrando ascolti in continuo calo fino a questo 2022, quando ha raggiunto il record peggiore della sua storia.

L’All-star weekend si compone di tre giornate, nelle quali si susseguono, in ordine crescente di importanza, numerosi eventi e sfide in cui i vari partecipanti si mettono alla prova.

La prima giornata, che prende il nome di All-star Friday, è strutturata da tre eventi principali, nei quali al centro dell’attenzione vengono posti i più giovani giocatori da poco arrivati nella lega e alcuni VIP che vi prendono parte.

Quest’anno la prima sfida ad aver aperto la serata è stata la partita dei VIP, alla quale hanno preso parte personaggi come il rapper Quavo e il primo italiano nella storia, nonchè vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020, Gianmarco Tamberi. A questa ha fatto seguito il Rising Stars che, per la prima volta, non si è limitato ad una sola partita, bensì ad un intero torneo tra quattro squadre, formate dai giocatori arrivati in NBA negli ultimi tre anni. Infine, la Color clutch challenge ossia una gara di tiro a coppie svolta sempre dalle giovani promesse della lega.

Nella seconda giornata, l’All-star Saturday, si svolgono le sfide di abilità, quali il dunk contest, il three-points contest e la skills challenge. Quest’ultima, in particolare, è stata completamente stravolta e rinnovata rispetto alle scorse edizioni, infatti, adesso la gara non è più tra i singoli giocatori, ma fra tre terzetti che si affrontano in challenge di tiro, passaggio ed una staffetta conclusiva, dopo le quali si stabilisce il team vincitore attraverso una sfida di tiro da centro campo. Gli altri due contest, invece, sono rimasti invariati nel corso della storia. Il three-point contest, come il nome suggerisce, consiste in una gara di tiri da tre punti divisa in due fasi, nella prima delle quali si sfidano tutti i partecipanti e i tre a realizzare il miglior punteggio accedono alla seconda ed ultima fase per decretare il vincitore. Il dunk contest, infine, corrisponde all’evento principale della serata, in cui quattro giocatori si sfidano nel realizzare schiacciate sempre più creative e complesse per arrivare alla vittoria.

Questa volta, però, nonstante le premesse fossero interessanti, l’unica gara ad aver regalato un vero spettacolo è stata quella del tiro da tre, che ha visto Karl-Anthony Towns diventare il primo centro nella storia a vincere questa competizione. Le successive challenge, invece, non hanno avuto lo stesso successo, con una skills challenge che non è riuscita ad intrattenere il pubblico come negli scorsi anni, colpa anche delle sfide rese meno intraprendenti e coinvolgenti e di un regolamento abbastanza precario e di un dunk contest al limite del ridicolo, dove, seppur con alcuni momenti entusiasmanti, i partecipanti si sono concentrati maggiormente sul farsi pubblicità che non sulla bellezza e realizzazione delle singole schiacciate, toccando il fondo nel momento in cui, nonstante i ripetuti e numerossisimi tentativi (mai visti in precedenza), alcuni giocatori non sono neanche riusciti ad effettuare correttamente la schiacciata, registrando il minimo punteggio possibile per ben due volte.

L’ultima di queste tre giornate, nonchè la più importante e attesa, è l’All-star Sunday, giorno in cui si tiene la “partita delle stelle”, da cui l’intero evento prende il nome. Le due squadre a fronteggiarsi in questa giornata sono composte dai migliori giocatori della lega e capitanate dai due più influenti delle rispettive Conference, che quest’anno sono risultati essere Lebron James per la Weastern Conference e Kevin Durant nella Eastern, che purtroppo però, a causa di un infortunio, non ha potuto prendere parte all’evento come anche altri giocatori. Anche in questo caso, la partita non è stata all’altezza delle aspettative, anzi ha ricevuto numerose critiche, anche da parte degli stessi giocati, tra cui, il caso più eclatante, è rappresentato dal serbo Nikola Jokic che, dopo tre quarti passati a giocare controvoglia, si è rifiutato di uscire dallo spogliatoio, andandosene via dallo stesso stadio all’inizo dell’ultimo quarto.

Non sono mancate comunque delle azioni salienti, come quelle che hanno messo in luce tra tutti il playmaker statunitense Stephen Curry che, dopo essere divenuto il giocatore ad aver segnato il maggior numero di triple nella storia dell’NBA, ha stabilito un nuovo primato nell’All-star game, mettendo a referto ben 16 triple, grazie alle quali si è anche aggiudicato il KobeBryant-trophy.

Alla luce di tutto ciò, si evince come, specialmente quest’anno, l’All-star weekend stia, pur restando un evento di grande spettacolo, riscontrando numerosi insuccessi ed un netto calo di qualità e di conseguenza di audience, che lo sta lentamente portando a diventare sempre più marginale durante la regular season, rispetto al grande fascino ed importanza che aveva un tempo.


Questo articolo è il frutto della collaborazione tra il giornale Vipiù.it e il Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT) per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) sotto la guida del prof. Michele Lucivero.   Qui troverai tutti gli articoli delle alunne e degli alunni del Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT).

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