78° anniversario dell’eccidio dei “Dieci Martiri”, Andriolo e Poletto (ANPI Vicenza): sabato 12 novembre 2022

1725
“Dieci Martiri”, la celebrazione dell'anno scorso
“Dieci Martiri”, la celebrazione dell'anno scorso

Sabato 12 novembre 2022 alle ore 11 la città – scrivono Danilo Andriollo e Gigi Poletto (ANPI Vicenza) – rinnoverà al Ponte dei Marmi la commemorazione dei “Dieci Martiri” davanti al monumento eretto sul luogo dove furono trucidate l’11 novembre del ’44 le dieci giovani vite di Walter Carta, Livio Gemmo, Rino Festini, Angelo Menardi, Guido Molon, Aldo Montemezzo, Massimiliano Navarrini, Silvio Paina, Luigi Pasqualin, Renato Mastini.

Originari dei Colli Euganei, giovani di Albettone, Rovolon, Villaga, catturati o perché partigiani o perché renitenti alla leva o perché semplici sbandati. Un camion delle SS li aveva portati lì dal carcere di Padova e lì furono trucidati con raffiche di mitra.

I loro corpi furono lasciati sul posto per due giorni sotto la pioggia per essere di monito e il vescovo Carlo Zinato venne a benedire le salme.

Ettore Gallo rievocò quell’eccidio davanti al presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro il 19 marzo 1995 in occasione della cerimonia di conferimento alla città di Vicenza della seconda medaglia d’oro affermando che esso fu “un esempio classico di inumana rappresaglia, proibita già allora dalle leggi di guerra e dalle Convenzioni internazionali, come si dimostrò poi nei processi per la strage delle Fosse Ardeatine, perché mancava il nesso che legasse quei giovani alle attività vicentine da loro ignorate. Alle vivaci proteste del coraggioso vescovo di Vicenza che, tra l’altro contestava al Comandante tedesco della Piazza di aver mancato alla parola che gli aveva dato di non commettere rappresaglie sulle popolazioni vicentine, il generale Von Zanthier fece rilevare, con gelido cinismo, che quei giovani non erano vicentini.”

La rappresaglia dei Dieci Martiri fu tra le conseguenze dell’azione del Battaglione Guastatori composto di trenta squadre che sotto il comando di Nino Bressan dopo aver colpito le comunicazioni telefoniche e telegrafiche, il trasporto dell’energia elettrica attaccò le comunicazioni stradali e ferroviarie fra cui questo ponte nella notte tra l’8 e il 9 novembre del ‘44, ponte che allora non aveva le dimensioni attuali. Fu proprio Bressan a raccontare le modalità dell’operazione realizzata dalla 17ª delle 30  squadre guastatori, comandata da Plinio Quirici con Germano Dalla Vecchia e Umberto Fabris con una carica di plastico, confezionata sì in modo artigianale ma potente nei suoi effetti, che sarebbe esplosa alla pressione esercitata dalla locomotiva del treno di passaggio. Crollò un’arcata del ponte importante dal punto di vista strategico perché passaggio obbligato di linee ferroviarie del Settentrione, linee che rimasero interrotte.

Vicenza sentì forte l’orrore per la strage qui perpetrata come testimonia il fatto che il consiglio comunale volle subito dopo la Liberazione ridenominare questo viale che si chiamava dei Marmi che divenne viale “Dieci Martiri” e costruire il monumento.

Alle ore 11, dopo il saluto del sindaco, vi saranno interventi e letture a cura di studenti dell’I.T.I.S. A. Rossi