“Arte culi ‘n aria” del vicentino del ’32 Umberto Riva anche presso l’edicola di via Tornieri a Vicenza: Lucivero presenta il nuovo libro di Vicenza Popolare

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"Arte culi 'n aria" di Umberto Riva

“Arte culi ‘n aria” di Umberto Riva da oggi (aggiornamento del 4 marzo del lancio di sotto riportato del 1° marzo 2021) è disponibile anche presso l’edicola di via Tornieri 33 a Vicenza. Altre la… affiancheranno anche grazie all’impegno dell’edicolante Wilma Peruzzi (tel. 0444 510730) , che, insieme alle edicole di Fenagi, da sempre ha promosso i nostri libri.

Editoriale Elas – Editoriale L’Altra Stampa, che da Vicenza, dove è nata e da dove “cura” anche il “quindicenne” ViPiù.it (Vicenza Informa con la Vera Informazione) e la rinnovata testata LaltraVicenza.it (quartieri e località dell’area Berica), è appena sbarcata anche a Roma in via Venti Settembre e ora lancia un messaggio di fiducia in un momento in cui tutti ne hanno bisogno presentando il terzo libro della sua collana “Vicenza Popolare“, che affianca la collana “Vicenza Papers“, entrambe curate da Giovanni Coviello.

La locandina di "Arte culi 'n aria" di Umberto Riva
La locandina di “Arte culi ‘n aria” di Umberto Riva

Il libro, “Arte culi ‘n aria”, racconta la tradizione vicentina attraverso le sue ricette che Umberto Riva, un “maestro” (non in senso scolastico ma dantesco) giovane anche se nato a Vicenza l’8 ottobre 1932, illustra e insaporisce con passaggi della sua vita straordinaria, nel senso di “fuori dall’ordinario”.

Arte culi ‘n aria” lo puoi acquistare a solo 9.90 euro sul nostro shop online, senza spese di spedizione, puoi chiederlo alla tua libreria abituale ma già lo trovi presso le prime librerie che ne hanno saputo apprezzare il gusto: a Vicenza Cartolibreria Veneta in via Legione Antonini e Libreria Traverso in Corso Palladio, a Bassano Libreria Palazzo Roberti in via Jacopo da Ponte, a Schio Libreria Ubik in via Btg. Val Leogra e a Thiene Libreria Leoni.

A recensire per voi il libro (oltre che la vita di maestro Umberto Riva), è il prof. Michele Lucivero, filosofo, curatore della rubrica “Agorà. La filosofia in  Piazza“) e scrittore.

Arte culi n’aria di Umberto Riva

di Michele Lucivero

In questo libretto dai tratti nostalgici e commemorativi Umberto Riva ha il merito di raccontarci e farci assaporare con la mente una cucina fortemente connotata a livello culturale. Si tratta di una cucina fondamentalmente locale, oggi si direbbe a km 0, ma non per questo meno nobile e meno impegnativa. Un tempo le nostre massaie passavano tutta la giornata a cucinare e i segreti delle cotture, delle tecniche e dei singoli alimenti erano tramandati con cura di madre in figlia, perché la cucina era una questione prettamente femminile.

E a proposito di questo regno femminile, che era la casa, Riva ci parla anche della vocazione economica della donna, abituata di non buttare nulla, a riutilizzare i baccelli dei piselli per bollirli in acqua e ricavarne un brodo utilissimo per la cucina, così come era impegnata a rimestare sapientemente le frattaglie degli animali, una rarità per stomaci forti, e a rendere saporiti anche gli ossi, perché, avverte l’autore, anche «Ciucciare i osi è cultura».

Tra ricordi personali e tradizioni popolari, Riva rende omaggio ai grandi piatti della sua terra, agli “sparasi co i ovi” di Bassano del Grappa, ai “bisi de Lumignan” cotti rigorosamente con burro, molto più disponibile rispetto all’olio d’oliva, e con lo scalogno. Eppure, all’interno di questo sentito omaggio alla cultura locale, Riva allude ad una dimensione storica che, oggi come ieri, non può non essere orientata alla disposizione interculturale: non foss’altro che lo scalogno non è che un cipollotto portato dai crociati nel XII secolo (da Ascalona, un paese mediorientale), quando Venezia era al centro di imponenti commerci e scambi in tutta l’area mediterranea.

Al tempo stesso, con questa incursione storica nei piatti più celebri della cucina vicentina, e veneta in generale, l’autore ha il merito di soddisfare la curiosità di chi non capirebbe mai cosa ci faccia un Baccalà sulle tavole dei vicentini. La vocazione interculturale di una terra al centro dell’Europa, al centro dei traffici internazionali sin dai tempi dei romani, quando l’Europa e le nazioni neanche esistevano, ci raccontano di questo merluzzo essiccato proveniente dal nord Europa e degli scambi tra Venezia e la Lega anseatica del XIV secolo.

E in questa rievocazione storica e culturale, Umberto Riva ci rammenta anche se per molto tempo la scienza della cucina e l’arte della gastronomia sono state considerate questioni di alto bordo, oggi forse per noia o per questioni di marketing, si tende a rivalutare la cucina popolare, quella che un tempo era povera, di sopravvivenza, frugale, fatta con molta fantasia con quel poco che si aveva a disposizione, ma non per questo meno gustosa e meno buona di quella nobiliare e raffinata.

Alla fine, il risultato del testo di Riva è un insieme di ciotoli di filosofia spicciola, così come lui li chiama; si tratta, quasi, di pietre d’inciampo in cui incappare per tessere le fila della memoria personale e collettiva, che poi non è altro che la tradizione, e per ricordarci che la storia dell’umanità è una storia fatta di scambi culturali e alimentari, sempre proficui per uscire da una chiusura sterile all’interno di una identità che proprio per il fatto di essere uguale solo a sé stessa, è così dannatamente triste, infelice e solitaria.


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