“Auguri maestro Mario!”, una mostra nelle sedi della Bertoliana per il centenario di Lodi

Ventitré libri in mostra per raccontare la storia di Mario Lodi: questo è “Auguri maestro Mario”, la proposta della Biblioteca Bertoliana per celebrare il centenario dalla nascita del maestro più celebre d’Italia. La mostra itinerante presso le sedi succursali ricostruisce grazie ai libri il suo pensiero e le sue esperienze come maestro, scrittore e pedagogista. Dai romanzi collettivi, alle storie autobiografiche, ai libri di didattica, pubblicati da Einaudi negli anni Settanta, questi ventitré rappresentanti del pensiero del maestro di Piadena saranno esposti nelle sedi della Bertoliana da inizio luglio fino a settembre.

La mostra inaugura nella sede di Riviera Berica, in viale Riviera Berica 631, dove rimarranno da lunedì 4 luglio fino a venerdì 15 luglio, per arrivare alla sede di Villa Tacchi, in viale della Pace 89, martedì 19 luglio e lì rimanere fino a venerdì 29 luglio. I libri sosteranno in seguito presso la sede di Laghetto in via Lago di Pusiano 3 nel periodo tra martedì 2 agosto e venerdì 12 agosto, alla sede di Anconetta, in via Dall’Acqua 16, tra mercoledì 17 agosto a lunedì 29 agosto e approderanno a Palazzo Costantini, in contra’ Riale, lunedì 5 settembre e lì rimarranno visibili fino a fine mese.

Alla sede di Villaggio del Sole, in via Cristoforo Colombo 41/a, invece, il percorso sarà allestito attraverso pannelli illustrativi che rimarranno esposti a partire da martedì 5 luglio.

Nato a Piadena, vicino a Cremona, il 17 febbraio 1922, Mario Lodi interpretò culturalmente la ricostruzione dell’Italia post bellica, segnandone i momenti più alti di riflessione sulla pedagogia, sul mondo della scuola, delle bambine e dei bambini, attraverso un impegno profondo, concreto e quotidiano. È proprio nel rapporto mai interrotto con i bambini, con la loro attenta osservazione che Mario Lodi ridisegna il senso e il valore della scuola, ne cambia aspetti e metodologia. Partendo dalle teorie di Célestin Freinet e del Movimento di Cooperazione Educativa, contribuì a diffondere la consapevolezza che il bambino è portatore di una vera e propria cultura che la società civile deve saper accogliere e valorizzare.