PNRR, Boschetto: “Sulla rigenerazione urbana servono nuove risorse e parametri diversi, non possono essere esclusi a priori 9 comuni veneti su 10”

500 su 563 (89%) i comuni veneti con meno di 15mila abitanti in cui vivono 2milioni600 persone

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Rigenerazione urbana, il parere di Roberto Boschetto (Confartigianato Imprese Veneto)
Roberto Boschetto (Confartigianato Imprese Veneto)

Rigenerazione urbana e ruolo delle piccole imprese -in particolare delle botteghe artigianali e dai negozi di vicinato– sono un binomio inscindibile nel nostro Paese – scrive nella nota che pubblichiamo Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto. Queste imprese rivestono da sempre funzioni esplicitamente sociali, contribuendo consapevolmente ai processi di presidio e di rigenerazione territoriale.

In particolare, l’impresa artigiana si presenta dal punto di vista storico come uno degli attori che ha maggiormente influenzato lo sviluppo urbano, sociale ed economico delle città, ben oltre la mera questione produttiva. L’artigianato gioca da sempre un importante ruolo quale presidio sociale, potendo dare o togliere qualità alla città e al territorio, attribuendo peculiarità, sicurezza e specificità ai luoghi o banalizzandoli in un paesaggio omologato.

E’ per questo che, come Confartigianato, facciamo nostra la battaglia del Presidente ANCI Mario Conte affinché il Governo stanzi nuove risorse e soprattutto cancelli il parametro della vulnerabilità sociale modificando i criteri del riparto dei fondi per la rigenerazione urbana. Sono infatti 591 i progetti dei Comuni del Nord tagliati fuori dal bando. Non è una questione campanilistica ma le risorse del PNRR sono cruciali per migliorare il volto delle nostre comunità e i Comuni, da Nord a Sud, meritano lo stesso trattamento, includendo anche quelli sotto i 15.000 abitanti.

I fondi in questione sono i primi destinati alla riduzione di marginalizzazione e degrado sociale e al miglioramento del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale.

Questa sarà la nostra battaglia: i Comuni soprattutto i più piccoli non possono e non debbono rimanere a bocca asciutta. Al Governo dunque chiediamo, in primis, di rimediare stanziando nuove risorse ma soprattutto di includere anche i Comuni sotto i 15.000 abitanti che rappresentano le realtà più belle e importanti della nostra Penisola, le piccole comunità che necessitano di risorse per contrastare il degrado sociale e migliorare decoro urbano e tessuto sociale e ambientale. Chiediamo di rivedere i parametri in modo più equo. Il Pnrr è una grande opportunità che non deve escludere nessuno.

Sono centinaia i piccoli comuni che lottano contro lo spopolamento e l’invecchiamento. Ed anche se riuscissero a fare fronte ad una domanda crescente di servizi per le famiglie e imprese, per quanto l’offerta di servizi rappresenti un forte elemento di qualità della vita, soltanto la presenza di opportunità economiche – spazi di mercato imprenditoriali e posti di lavoro – potrà garantire un futuro a queste aree.

E l’artigianato gioca un ruolo fondamentale per la tenuta del sistema sociale ed economico, ma anche nella cura del patrimonio naturale agendo da laboratori di sostenibilità. Per questo è importante far loro intercettare le risorse del PNRR. Saranno un sostegno fondamentale per rendere professionalmente attrattivi questi territori (soprattutto per i giovani), attraverso l’implementazione di percorsi di sviluppo imprenditoriale nella valorizzazione sostenibile delle risorse naturali e nelle filiere agroalimentari (filiere corte, produzioni di qualità e biologiche, prodotti tipici). Le piccole imprese dovranno essere inoltre sostenute attraverso incentivi fiscali e agevolazioni burocratiche che compensino l’isolamento e le difficoltà infrastrutturali.