Cambiamenti climatici, Irma Lovato Serena da Posina: il genere umano saprà umilmente leggere il conto che la terra ci sta presentando?

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Cambiamenti climatici (climate change)
Cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici si stanno rendendo manifesti anche ai più scettici; negli ultimi 15-20 anni solo poche persone hanno avuto l’onestà intellettuale di proclamare il pericolo verso il quale si stava correndo: non camminando, ma proprio correndo.
La parola Antropocene è diventata conosciuta e accettata e per rendersene conto basta andare alla cava di ghiaia di Casotto, comune di Pedemonte VI, per vedere e comprendere l’impatto disastroso che ha l’uomo sulla natura, sul pianeta.
I ghiacciai che si sciolgono, il mare che si alza di livello, la salinizzazione dei fiumi (l’acqua del mare che entra nell’entroterra), le alte temperature anche il quota, la siccità, la carenza di piogge e d’inverno della neve, stanno oramai sotto gli occhi di chiunque le voglia vedere. Ma l’indifferenza, o meglio l’ignoranza, fanno si che siano pochi coloro che sono sensibili a queste tematiche; i più fanno come se nulla stesse accadendo mentre invece stiamo vivendo anni di profondi cambiamenti climatici e metereologici che portano inevitabilmente a dei cambiamenti sostanziali sulla vita nostra, dei nostri paesi e, giusto e pertinente citarlo, nel mondo intero.
L’acqua diverrà un bene assai prezioso e così pure il cibo in quanto non tutte le terre coltivabili fino a poco tempo fa, sono ancora coltivabili; ci saranno migrazioni di massa proprio per spostarsi alla ricerca del cibo, e non basteranno barriere o filo spinato per fermarle: il genere umano ritornerà alla sua natura primitiva, a vagabondare.
Eppure le prime a soccombere saranno le città dove l’ammassamento delle persone è quanto di più lontano dalla vita si possa pensare: nè terra, nè una fontana, nè un cortile.
Il genere umano ha creato le città per farsi soffocare da esse; parevano benessere ma ora si intravedono tutte le criticità.
Risparmiare acqua ora, vale fino ad un certo punto, così pure il non inquinare o il limitare l’uso dell’auto o sospendere del tutto di usare energie fossili.
Le alte temperature che il mare incamera equivalgono al calore determinato dallo scoppio di molte bombe atomiche: dove vogliamo andare.
Mi appare già presente tra noi il punto di non ritorno per l’umanità intera: ogni giorno è un giorno e progettare lontano non è intellettualmente onesto.
Si tamponano i problemi come fossero piccole ferite ma il pianeta è a rischio, e soprattutto è a rischio la vita umana: il pianeta nella sua storia millenaria ne ha viste di ben più gravi di crisi e da tutte ne è uscito alla meglio ma l’uomo riuscirà, innanzitutto, a comprendere la gravità degli eventi e a prendere decisioni determinanti per la sua sussistenza?
Non credo! Il genere umano si è posto al di sopra di tutto, si è sentito Re e unico ed esclusivo proprietario della terra e dei suoi beni, ha pensato di sfruttarla fino all’inverosimile ma ora è la terra a presentarci il conto! Saremo in grado di avere l’umiltà di leggerlo?
Irma Lovato Serena
Posina