Centrodestra in Veneto, Tosi che attacca Zaia e il senso di unione della maggioranza

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Non tira aria buona in Veneto tra le forze locali del centrodestra considerando le parole dette da Flavio Tosi di Forza Italia. Frasi, una in particolare, che sono state ampiamente riprese dai media regionali e nazionali per la loro portata.

Dichiarazioni di questo tono, “Forza Italia è, di fatto, fuori dalla maggioranza in Regione Veneto dal 2020, tenuta ai margini da Zaia“, che in realtà certificano il sentore di contrasti mai sopiti, soprattutto al momento dell’occupazione di posti di comando da Palazzo Balbi a scendere, e che comunque richiamano quanto avviene a Roma.

Qui – è cosa nota -, il leader della Lega Matteo Salvini e quello del partito di Berlusconi, Antonio Tajani, non si amano. Lo si è visto ad esempio sul tanto caro (alla Lega) Terzo mandato per i governatori delle regioni. Zaia – in particolare – che Salvini avrebbe molto volentieri tenuto un altro lustro a Venezia, per non allargare il fronte dei contrari alla sua conduzione della segreteria che da tempo stanno tuonando contro il “padre” del Ponte sullo Stretto.

Falvio Tosi, dicevamo. Su Il Corriere della Sera Martina Zambon scrive: “Facciamo un passo indietro. Da Tosi, negli ultimi mesi, il cannoneggiamento contro il governatore è quasi quotidiano. Il coordinatore di FI pesta duro e pesta dove fa più male: le incognite sulla Pedemontana veneta, quelle sulla pista da bob di Cortina, sulla sanità che resta un punto delicato e, ultimamente, l’Autonomia che il Carroccio vuole portare in aula a Montecitorio il 29 aprile, ma che è sepolta da migliaia di emendamenti in commissione.

Tosi – prosegue l’articolo – fa presente che FI non ha presentato emendamenti «perciò – dice – non si capisce la polemica sterile e immotivata di Zaia, che strepita senza un perché. Non so, forse Luca si sente politicamente in difficoltà, però ultimamente tende a perdere le misure… Gli è capitato anche sul “Fine vita”, quando ha alzato la tensione nella sua maggioranza e ha fatto naufragare la proposta di legge…». Un attacco senza precedenti”.

Zaia non ha replicato, a differenza di Alberto Stefani, segretario della Lega in Veneto, che ha detto di aver constatato l’estraneità di Forza Italia alla maggioranza di centrodestra in Veneto.

Tosi non se l’è fatto dire due volte e ha replicato dicendo, tra l’altro che “noi non siamo mai stati coinvolti nella maggioranza di Palazzo Balbi perché, per decisione di Zaia, FI non ha nessun assessorato e nessuna presidenza di commissione in Consiglio regionale” e che “Zaia, da quando è stato rieletto nel 2020 per il suo terzo mandato, non ha mai convocato un vertice di maggioranza con gli alleati che riguardasse il governo regionale e temi cruciali quali sanità, sociale, Pedemontana, infrastrutture, energia, ecc. Quindi ringrazio Stefani per aver fotografato la realtà: è dal 2020 che noi siamo, di fatto, fuori dalla maggioranza in Regione Veneto.

Da allora, però, sono passati ben 4 anni. Difficile non notare che anche in questo ci sia quella formula vincente e collaudata del centrodestra, anche in Veneto: si va uniti alle elezioni e si sta uniti meglio che si può al governo. Una sorta di mal digerita coesistenza che, guarda caso, poi si fa sentire ed emerge a breve distanza dagli impegni elettorali. C’è da scommettere che al momento del voto si ritroverà quella unione.