Sto cercando gli eredi di un eroe sconosciuto, da mesi sto provando da sola; ora devo portare a termine la mia promessa. Mi sono rivolta anche a trasmissioni TV e all?’Alitalia, ricevendo garbate risposte che non hanno portato al raggiungimento del mio obiettivo. Ho girato per Firenze perché lì – secondo me – c’?era il figlio di Tarantino, ma ho fallito. Allora ho raggiunto un Tarantino a Milano e non era lui, in Puglia un Tarantino ha pensato che cercassi un marito, ?è giunto il momento che io chieda aiuto!

Ora è necessario che io mi rivolga ai media, perché da sola non ce la faccio. Su di lui ho raccolto notizie diverse, ma di certo sono passati tanti anni e solo chi è stato aiutato può ricordare. La persona che lo cerca mi ha chiesto discrezione e fino a questo momento ho mantenuto la mia parola, l?’eroe sconosciuto si chiamava Renato Tarantino, era capo scalo Alitalia a Tripoli.

Sono entrata in contatto con dei suoi ex colleghi Alitalia, ed uno di loro mi ha riferito che Renato non era capo scalo, ma rappresentante Alitalia, quando gli ebrei libici furono costretti alla fuga, dal 4 giugno a fine settembre 1967. Si dice che abbia sposato una hostess Alitalia, dalla quale divorziò ed iniziò una nuova vita con una nuova compagna che gli ha dato due figli, che ora dovrebbero essere quarantenni, nati a Roma. E? deceduto, ma ci sono i figli, con i quali, questa persona vuole entrare in contatto, per dar loro un riconoscimento alla memoria del padre.

Cosa abbia fatto Renato Tarantino lo so e non lo so, non spetta a me dichiararlo, ho solo raccolto l?’appello di un Amico che ricorda essere stato da lui aiutato; conoscendo molto bene questa persona ed il suo spessore, non ho alcun motivo per mettere in dubbio le sue parole.

L’?eroe sconosciuto è spesso ?il vicino della porta accanto? agli altri, a volte quello che ha abitato a fianco a te, ma tu non ti sei accorto di nulla. Quel signore che ti ha preso per mano nel momento più difficile della tua vita, ti ha permesso di vivere ancora, portandoti appresso i colori e i sapori dell?’infanzia ?ti ha rassicurato durante la fuga e poi non lo hai più incontrato, perché gli eroi sconosciuti vivono nell?ombra. A fianco di Perlasca e dei meno conosciuti in Italia Wallenberg (svedese) e Chiune Sugihara (giapponese), è giunto il momento di affiancare anche i nomi di chi ha salvato gli ebrei dalle oppressioni di anni più recenti, perché non bisogna mai dimenticare che anche 850.000 ebrei sono stati cacciati dai paesi arabi!

Chi avesse notizie di Renato Tarantino, ex dipendente dell?’Alitalia a Tripoli è pregato di mettersi in contatto con la redazione.

(Le foto della sinagoga di Tripoli sono tratte dall?’archivio di Hamos Guetta. Non ci sono foto di ebrei in fuga su voli Alitalia, scattate dagli ebrei in fuga, le ho cercate, ma non le ho trovate)

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Nata a Vicenza il 25 gennaio 1954, studentessa mediocre, le bastava un sette meno, anche meno in matematica, ragazza intelligente, ma poca voglia di studiare, dicevano i suoi professori. Smentisce categoricamente , studiava quello che voleva lei. Formazione turistica, poi una abilitazione all’esercizio della professione di hostess di nave, rimasta quasi inutilizzata, un primo imbarco tranquillo sulla Lauro, un secondo sulla Chandris Cruiser e il mal di mare. Agli stipendi alti ha sempre preferito l’autonomia, ha lavorato in aziende di abbigliamento, oreficeria, complemento d’arredo, editoria e pubbliche relazioni, ha girato il mondo. A trent’anni aveva già ricostruito la storia degli ebrei internati a Vicenza, ma dopo qualche articolo, decise di non pubblicare più. Non sempre molto amata, fa quello che vuole, molto diretta al punto di apparire antipatica. Dove c’è bisogno, dà una mano e raramente si tira indietro. E’ generosa, ma molto poco incline al perdono. Preferisce la regia alla partecipazione pubblica. Frequenta ambienti ebraici, dai riformisti agli ortodossi, dai conservative ai Lubavitch, riesce nonostante il suo carattere a mantenere rapporti equilibrati con tutti o quasi. Sembra impossibile, ma si adegua allo stile di vita altrui, in casa loro, ovviamente.