Hanno meno di trent’anni e un profilo internazionale di tutto rispetto: sono le due ricercatrici arrivate al CISA Andrea Palladio a Vicenza per approfondire i loro studi specialistici in storia dell’arte e dell’architettura. A rendere possibile il loro soggiorno è il neonato progetto Tablinum, finanziato da due istituzioni statunitensi, i Friends of Palladio e la Gladys Krieble Delmas Foundation.
Il progetto Tablinum prende il nome dalla sala che, nelle case romane antiche, era adibita al ricevimento degli ospiti e alla conversazione. È frutto della collaborazione fra il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza e la Stiftung Bibliothek Werner Oechslin di Einsiedeln (Svizzera). Due istituzioni con una lunga tradizione di studi che si riuniscono con un obiettivo comune di respiro internazionale: permettere a giovani ricercatori di sviluppare i loro studi, incoraggiando un approccio multidisciplinare e favorendo l’accesso alle fonti storiche, in un’epoca dominata dal digitale e dall’intelligenza artificiale.
Fin dalla sua fondazione nel 1958, il CISA Andrea Palladio ha avuto come obiettivo principale quello di creare un centro di ricerca sulla storia dell’architettura dove la comunità internazionale degli studiosi potesse riunirsi e lavorare insieme. Elemento centrale, da sempre, è stato il dialogo tra diverse generazioni, offrendo a ricercatori emergenti la possibilità di confrontarsi con gli studiosi più affermati. Nel corso degli anni il CISA Andrea Palladio ha offerto ai ricercatori più meritevoli borse di partecipazione all’annuale corso palladiano e dal 2006 al 2012, grazie all’istituzione del Premio James Ackerman, ha reso possibile la pubblicazione di una serie di studi originali nel campo della storia dell’architettura, senza alcuna distinzione sul periodo trattato o sulla nazionalità dell’autore. Ora, con il progetto Tablinum, l’obiettivo è quello di creare a Vicenza una comunità di giovani studiosi residenti, dedicati allo studio di questo territorio. Intende anche incentivare i giovani studiosi a uscire dai loro Paesi di origine per ampliare il raggio d’indagine e la prospettiva di studio: approfondimento, ricerca, ma anche accoglienza e multiculturalità sono infatti le parole chiave di questa importante iniziativa. Nell’ottica dello scambio fra istituzioni partner, il progetto invita i candidati a svolgere la propria ricerca in entrambe le realtà, con un periodo di studio a Vicenza e uno a Einsiedeln, in Svizzera.
Le prime due studiose vincitrici della borsa, che saranno a Vicenza per il trimestre autunnale fino a dicembre, si occupano di temi legati a Palladio, indagando nuove questioni e proponendo una lettura originale che intrecci la storia dell’architettura al contesto sociale, artistico e culturale. A loro si aggiungerà nell’autunno un terzo studioso, proveniente dalla Serbia, la cui ricerca analizzerà l’influenza della cultura rinascimentale italiana e tedesca nei progetti di rinnovamento di città e fortezze nel bacino del Danubio.
Marlene Schwemer, Università di Vienna
provenienza: Germania
Marlene Schwemer ha studiato Storia dell’arte e Studi romanzi (Italiano/Portoghese) presso le Università di Vienna, Roma Tre e Ca’ Foscari di Venezia. La sua tesi di laurea magistrale verte sui riferimenti all’antico di Palladio nella progettazione di Villa Pisani di Montagnana ed è stata sostenuta da una borsa di ricerca presso il Centro Tedesco di Studi Veneziani. Durante i suoi studi, ha lavorato come assistente all’insegnamento presso l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Vienna e in vari istituti di ricerca, come la Biblioteca Hertziana a Roma, e musei, come l’Haus der Kunst a Monaco di Baviera, nonché per la rivista di architettura contemporanea Detail. Si occupa di storia dell’architettura italiana nel Rinascimento e in particolare della ricezione delle antichità nel Cinquecento, dei disegni palladiani e di letteratura d’arte cinquecentesca.
La sua ricerca si focalizza sul processo di studio e di interpretazione dell’architettura antica ad opera di Palladio e degli altri architetti rinascimentali. Punto di partenza sono i frammenti dei monumenti antichi, studiati e interpretati per passare alla loro raffigurazione nei disegni e nelle tavole dei trattati, immagini che diventeranno a loro volta fonte di ispirazione per nuovi progetti architettonici. Tracciando questo processo di ricostruzione ideale delle rovine romane, il progetto aprirà nuove prospettive sulla ricezione dell’architettura antica nel Cinquecento, a cavallo fra archeologia e interpretazione personale.
Alexis Nanavaty, The Courtauld Institute of Art, Londra
provenienza: Stati Uniti
Alexis Nanavaty è al secondo anno di dottorato in Storia dell’arte presso il Courtauld Institute of Art di Londra. Ha conseguito la laurea, con lode, presso l’Institute of Fine Arts della New York University nel maggio 2023. I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle reti collaborative di artisti e sulla cultura di villa nelle Ville Palladiane.
Durante la sua permanenza al CISA Andrea Palladio, scriverà un capitolo su Villa Emo, che contribuirà alla sua tesi di dottorato “Pratiche di collaborazione nella decorazione delle ville palladiane nel Veneto: il caso di Battista Zelotti”. Questo progetto esamina le collaborazioni tra Andrea Palladio e gli artisti che dipingevano le decorazioni delle ville da lui progettate. In particolare, la ricerca esplora il rapporto tra Palladio e l’artista veronese Battista Zelotti, coinvolto in molteplici progetti di ville, fra cui Villa Foscari, Villa Godi e Villa Emo. Una volta completato, il suo lavoro offrirà una nuova prospettiva sulla diffusione di elementi decorativi nelle ville palladiane e fornirà le basi per futuri studi sull’argomento.
Aleksandar Bede, architetto
provenienza: Serbia
Si laurea in architettura presso la facoltà di Scienze Tecniche dell’Università di Novi Sad (Serbia). Nel 2017 ottiene il titolo di dottore di ricerca in urbanistica presso lo IUAV di Venezia con una tesi dal titolo Prototyping a Provincial Capital: Socialist Modernization of Novi Sad. Nel 2023 è fellow presso la Summer School in Classical Architecture della facoltà di Architettura e storia dell’arte dell’Università di Cambridge (UK).
La sua ricerca si concentra sui progetti di modernizzazione territoriale nelle pianure del bacino del Danubio, in particolare tra Croazia, Ungheria, Romania e Serbia, nel contesto dell’Impero austro-ungarico. L’obiettivo è tracciare le fonti primarie e i flussi di conoscenza relativi a ingegneria, agricoltura e architettura, evidenziando l’influenza tedesca e italiana. La ricerca esplora il ruolo della fortificazione barocca e delle trasformazioni agrarie dal XVII al XIX secolo. Parte dello studio coinvolge la consultazione di testi architettonici tedeschi e italiani, inclusi studi su urbanizzazione e industrializzazione precoce. Fonte di studio importante sarà anche tutto il materiale raccolto dal CISAAP in occasione della mostra Acqua, terra, fuoco. Architettura industriale nel Veneto del Rinascimento curata da Deborah Howard (Palladio Museum, 12 novembre 2022 – 12 marzo 2023).
Il Palladio Museum è aperto al pubblico dal mercoledì alla domenica, dalle 10:00 alle 18:00; il biglietto costa 8 euro l’intero, 6 euro il ridotto, 2 euro per le scuole, 12 euro il pacchetto Palladio family (2 adulti + fino a 4 bambini e ragazzi).