Compago e Agsm Aim, compromesso tra Verona e Vicenza: rimane stop berico a Quaglino, le deleghe al presidente Testa

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Gruppo Agsm Aim: Federico Testa, Gianfranco Vivian e richieste rateizzazione
Gruppo Agsm Aim: Federico Testa e Gianfranco Vivian
È indispensabile che riprenda l’operatività, anche strategica, di Agsm Aim, ma, per fare questo, è necessario ricomporre gli attriti nel Cda della multiutility nata dalla fusione della veronese Agsm e della vicentina Aim con una ripartizione di quote del 61.2% a Verona e del 32,8% a Vicenza ma con una governance che vincola le decisioni dei vertici del gruppo, composti da tre consiglieri, tra cui il presidente Testa, a nomina veronese e tre, tra cui il vice Vivian, a nomina vicentina, al voto favorevole di 5 membri su 6, il che vuol dire col consenso delle due proprietà.

Gli attriti, per usare un termine eufemistico, sono nati dall’acquisto “imprudente” di Compago da parte della controllata Agsm Aim Energia per opera, soprattutto, stando agli atti, del consigliere con ampie deleghe Stefano Quaglino, alla nascita dell’azienda nominato in quota Verona, all’epoca governata dal centrodestra.

Intorno a quell’acqusito, denunciato con insistenza pressocché quotidiana da Per una grande Vicenza e, a rimorchio, dal centrosinistra vicentino, che ne faceva responsabile un’asserita “disattenzione” o, peggio, “sottomissione” a Verona del sindaco di Vicenza Francesco Rucco, in effetti si stava giocando una partita tutta veronese.

La nuova giunta di centrosinistra (da qui, presumibilmente, il successivo “silenziamento” delle proteste dei colleghi di Vicenza), retta dal sindaco Damiano Tommasi, lo dimostrano gli avvenimenti, voleva, come poi fatto, rimuovere due dei tre consiglieri designati dall’ex sindaco Sboarina, il presidente senza deleghe operative Stefano Casali e la consigliera Francesca Vanzo, e mantenere al suo posto il terzo, Quaglino.

La sue qualità manageriali e/o il suo “avvicinamento” all’area di governo cittadino lo avrebbero, infatti, reso gradito anche a Tommasi (leggi «Compago, assemblea Agsm Aim: Quaglino “salvato” da Tommasi, Rucco contrario. Palla a collegio sindacale e a… opposizioni di Vicenza?».

Tutto queto per sintetizzare al massimo i presupposti degli ultimi fatti che, non revocato, come all’OdG dell’ultima assemblea, Quaglino, hanno visto entrare in Cda, sempre in quota Verona, il presidente Federico Testa e Angela Broglia, che affiancano i tre consiglieri vicentini del Cda, Gianfranco Vivian, vice presidente, Fabio Sebastiano e Anna Massaro.

Dopo il primo “nuovo” Cda del 27 dicembre, di fatto “saltato” sulla questione chiave Quaglino per l’assenza di Sebastiano e Massaro, Vicenza Agsm Aim, toccava al presidente ricomporre i cocci (leggi «Federico Testa presidente AGSM AIM, l’intervista di ViPiù: “Presto riunione del Cda per caso Quaglino ma soprattutto per programmare e fare”»)

Qualcosa, ma non tutto, è successo nella riunione informale di mercoledì pomeriggio tra il presidente Federico Testa e i consiglieri vicentini del Cda, Gianfranco Vivian, Fabio Sebastiano e Anna Massaro.

Rimaste ferme le questioni di principio nate col caso Compago, che pure attende una soluzione, che va trovata per forza di cose, che sia il suo acquisto a nuove condizioni da valutare o un accordo bonario per azzerare tutto, per lo meno Testa mercoledì 18 gennaio ha incontrato per la prima volta Massaro e Sebastiano, precedentemenete incaricato da tutto il Cda a utilizzare un advisor esterno per valutare l’operato di Quaglino e sottoporre le sue conclusioni al Cda stesso e al Collegio sindacale, di cui è presidente il… vicentino Gaetano Terrin.

Il 31 gennaio dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, svolgersi il secondo Cda dell’era Testa, ma i consiglieri vicentini rimarrebbero contrari a riconferire le deleghe straordinarie, oggi nelle mani del Cda, a Quaglino.La soluzione di compromesso e magari temporanea che filtra da ieri dai muri del veronese palazzo Barbieri e del vicentino palazzo Trissino sarebbe quella di affidarle a Testa per ricominciare a valutare e definire le scelte del gruppo, oggi in una fase pericolosa di stallo, stante anche il settore delicato, quello dell’energia, in cui opera.