Condanna fratello Ghedina per aver inseguito i lupi, Finco (Liga Veneta): “non criminalizzare allevatori esasperati, manca legge”

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Lupi in Veneto, esemplare di lupo grigio foto Wikipedia
Lupi in Veneto, esemplare di lupo grigio foto Wikipedia

“Le sentenze della Magistratura non si criticano né si commentano, ma criminalizzare gli allevatori d’alta quota esasperati per i danni causati dai lupi non è giusto. La cronaca ce lo dimostra: non è più il lupo a essere in via di estinzione, ma l’attività di alpeggio. E dal Governo ancora non ci sono soluzioni per un corretto e rispettoso contenimento della specie che funzionino davvero”. Con queste parole, il consigliere regionale Nicola Finco (Liga Veneta per Salvini Premier), interviene in un comunicato “sul problema del contenimento dei lupi nelle montagne italiane” dopo la condanna del fratello di Kristian Ghedina che aveva inseguito con l’auto un branco di lupi.

“È facile sostenere che ci sono già misure di prevenzione che aiutano gli allevatori – osserva il Vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto riferendosi ai rimborsi che ricevono gli allevatori il cui bestiame venga ucciso dai lupi. – In realtà, non solo il Veneto ma tutto l’arco alpino soffre per l’invasione di questa specie animale che tanti, troppi danni ha causato agli allevatori e a quei pochi resistenti che ancora non hanno gettato la spugna e continuano, con fatica, a portare avanti le proprie attività economiche in montagna, mantenendo vive tradizioni secolari e antiche tecniche di allevamento e produzione alimentare”.

“Le misure di prevenzione non funzionano – denuncia Finco – Lo dimostrano le continue predazioni di bestiame. Le nostre montagne soffrono questa invasione ormai decennale, ma il Ministero dell’Ambiente, con la complicità di qualche Regione, non sta dimostrando una particolare sensibilità sul tema, boccando in continuazione l’approvazione del piano nazionale che sicuramente, così come elaborato, non rappresenta una soluzione definitiva del problema ma è comunque un buon inizio”.

“È scesa però in campo la Regione Veneto che sta lavorando insieme all’Università degli Studi di Padova per portare avanti progetti sperimentali che, nel pieno rispetto della natura e degli abitanti della montagna, permettano agli allevatori di limitare i danni al bestiame – sottolinea Nicola Finco – Nessuno vuole sterminare i lupi o gli animali che popolano le nostre montagne, ma è necessario trovare il giusto equilibrio tra la presenza dei grandi carnivori e le attività dell’uomo in montagna, un equilibrio che è fondamentale per il mantenimento dei pascoli e di tutti i lavori secolari”.