Coronavirus, Coalizione Civica: razzismo in Italia con i cinesi e discriminazioni all’estero verso gli italiani, un’emergenza da cui ripartire

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Coalizione civica per Vicenza: la posizione sul coronavirus
Coalizione civica per Vicenza: la posizione sul coronavirus

Quanto è accaduto in queste settimane – scrivono in una nota Ciro Asproso, Mariangela Santini e Leonardo Nicolai di Coalizione Civica Vicenza – a causa del nuovo coronavirus 2019-nCoV (qui la situazione ora per ora sul Coronavirusqui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr) può dirci molto della nostra società e dei pericoli a cui siamo sottoposti.
In poche ore siamo passati da una moderata preoccupazione per un virus lontano – e che rispondeva appieno ai nostri pregiudizi sulla Cina – all’allarme per i casi di Vò e del Lodigiano, fino all’isteria collettiva e all’assalto dei supermercati. Un’escalation alimentata da false notizie diffuse in rete, ma anche da molti giornali (specie della destra) che nella foga di dare in testa al Governo hanno dato prova di totale irresponsabilità e di uno squallore che ha pochi precedenti nella storia italiana.

Dunque, il primo spunto di riflessione riguarda gli effetti distorsivi della comunicazione di massa e la fragilità dell’opinione pubblica di fronte ai fabbricanti di bufale, siano esse di carattere sociale, politico, o con implicazioni razziste.

A tale proposito crediamo che gli episodi di razzismo nei confronti degli asiatici, alcuni dei quali molto vicini a noi, vadano stigmatizzati in maniera durissima da parte di tutte le forze politiche e, insieme, invitiamo i rappresentanti delle Istituzioni ad esprimere vicinanza e solidarietà alla comunità cinese, così duramente colpita dall’infezione biologica, quanto dal virus sempre attivo, della stupidità umana e della becera discriminazione. La paura è insita nell’essere umano e ne condiziona le scelte.

Lo sapevano bene gli antichi che a Fobos e Deimos (Paura e Terrore) dedicavano templi e venerazione, ma francamente speravamo di aver superato i tempi bui in cui si dava la caccia all’untore o si ricorreva al capro espiatorio per mettere a tacere il popolino.

Questo clima di odio e d’intolleranza non viene instillato dal virus, ma è ben radicato nella società italiana e mina le basi stesse della convivenza civile; frutto di sottovalutazione e strumentalizzazione, viene spesso alimentato dalla politica per lucrare un facile consenso. Il rischio ben concreto è che esso avveleni i pozzi a cui si abbevera la democrazia, con conseguenze incalcolabili per il nostro futuro.

Altro elemento di riflessione è il nostro rapporto schizofrenico con la Scienza. In Italia, dove si è deciso di cercare il virus, sono stati effettuati 6500 test di laboratorio; in Francia appena 500, ma facendo i test a tappeto sono venuti alla luce molti casi positivi che non erano rilevanti sotto il profilo clinico.Una maggiore unità d’intenti e un miglior coordinamento tra Governo e Regioni avrebbe forse evitato il diffondersi del panico e della confusione interpretativa.

Il governatore Zaia, ad esempio, è passato nel giro di qualche giorno dalla blindatura del Veneto (con l’accusa al Governo di aver sottovalutato il problema), alla rimozione del problema stesso. Il fatto che il virus colpisca prevalentemente persone anziane o con patologie pregresse viene ora veicolato come l’inevitabile prezzo da pagare per un malinteso ritorno alla normalità.

Siamo ben consci dei danni provocati al nostro tessuto economico, e crediamo che vadano approntate delle forme di indennizzo e di sostegno alle imprese, tuttavia pretendiamo coerenza e progressività soprattutto nell’agire politico. Fino a quando non si avrà la certezza di aver raggiunto il picco, e che il virus inizia davvero a rallentare, la decisione di riaprire le Scuole sarebbe apparsa non solo incoerente, ma anche estremamente pericolosa per il propagarsi dell’infezione.

D’altro canto, questo stesso atteggiamento schizofrenico lo riscontriamo ogni anno di fronte all’emergenza smog. Secondo i dati diramati dalla nostra Provincia, nel 2019 sono decedute 9000 persone nel vicentino per cause riconducibili all’inquinamento atmosferico, ciò nonostante nessun Amministratore si è mai assunto la responsabilità di adottare provvedimenti realmente incisivi per contrastare questa emergenza sanitaria.

Sono proprio le situazioni come questa del coronavirus che ci fanno comprendere l’importanza di una Sanità pubblica con livelli uniformi di prevenzione e assistenza; il progressivo depauperamento di personale e di risorse, ha determinato un costante indebolimento del settore pubblico a beneficio di quello privato, con gravi ripercussioni sulla possibilità di cura. Una tendenza pericolosa, che andrebbe invertita quanto prima.

Cambiamenti climatici, virus, carestie, in un mondo interconnesso siamo tutti coinvolti e tutti corresponsabili. Citando Bauman, rimanere “locali” quando la società umana è sempre più globalizzata è un segno d’inferiorità e di degradazione.

Fa davvero un brutto effetto essere discriminati in quanto italiani, o veneti, o lombardi, ma forse, tutto questo potrebbe aprirci gli occhi e aiutarci a capire che la solidarietà non è solo un diritto per noi, ma anche un dovere nei confronti degli altri.

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