Corvara, il borgo “fantasma” del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

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Scorcio di Corvara
(Foto FB: Amedeo Leopardi)

Quando si pensa alle ghost towns, la prima immagine che viene in mente è quella delle vecchie città del Far West, impresse nella memoria dalla tradizione cinematografica western. Le città fantasma sono tuttavia un fenomeno comune a tutto il mondo, e solo in L’Italia ve ne sono moltissime. Si tratta di alcuni borghi, di origine soprattutto medievale, che hanno visto uno spopolamento alle volte graduale, dovuto alla fuga verso le città, alle volte repentino, causato invece dalle conseguenze di qualche catastrofe naturale. È questo il caso del centro storico di Corvara, paesino in provincia di Pescara, in Abruzzo.

La storia del borgo

Il borgo vecchio di Corvara si colloca su una pendice del monte Aquileio (o La Queglia). La sua è una posizione di congiunzione, al confine tra il parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e il parco nazionale della Maiella. Dal suo belvedere, in lontananza, si distinguono le sagome di Chieti e Pescara. Originariamente, come raccontano i suoi edifici perimetrali, Corvara era un borgo fortificato, fondato prima dell’anno Mille. Si dice che il paese abbia dato i natali all’antipapa Nicolò V, ma la notizia è incerta: potrebbe infatti trattarsi di un’omonimia (o quasi) con il paese di Corvaro, in provincia di Rieti.

corvara scorcio
Scorcio di Corvara (Foto FB: Alessandro Eddie Santoro per Borghi e Paesaggi d’Abruzzo di A&C)

Nel 1933 il paese fu colpito dal terremoto della Maiella, che causò diversi crolli. Il sisma, unitamente all’allarme dissesto idrogeologico lanciato nel 1956, causò il suo definitivo abbandono. Corvara risorse più a valle, dove oggi la popolano 207 abitanti.

Corvara oggi

Vecchi lampioni Corvara
Vecchi lampioni nel borgo di Corvara (Foto FB: Tocco e dintorno

Passeggiando per Corvara oggi, si ha un effetto allo stesso tempo misterioso e malinconico. Il tempo è fermo a quel giorno di tanti anni fa, e da alcune porte aperte si intravedono testimonianze inconsapevoli di una vita interrotta. Tavoli, sedie, attrezzi da lavoro arrugginiti fanno capolino tra i muri a volte pericolanti delle case. Alcune vecchie insegne ricordano l’antica vivacità di un paesino di montagna. Nell’ormai silenzioso borgo rimangono oggi soltanto tre persone, che si dedicano principalmente alla pastorizia. Ad abitare il paese, rimane inoltre una folta colonia di gatti che vive per queste stradine in tutta tranquillità, accogliendo i visitatori che spesso lasciano loro qualcosa da mangiare.

Il motivo che ha portato alla nascita di Corvara, e cioè la sua posizione e il suo territorio, è stato in qualche modo anche quello della sua caduta in rovina. Sarà però, probabilmente, anche il motivo della sua rinascita: da qualche anno infatti molti turisti, specialmente amanti del trekking e motociclisti, hanno riscoperto questa piccola perla incastonata tra due dei parchi nazionali più importanti d’Italia.