Covid, Lorenzoni: “Poche dosi, e piano vaccinale veneto nel caos”

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Lorenzoni lancia il logo per le regionali
Lorenzoni lancia il logo per le regionali

“Da due mesi a questa parte la giunta regionale giustamente lamenta la mancanza di dosi del vaccino anti-Covid-19. Ma, pur in presenza di numeri ridotti del siero, l’organizzazione del piano vaccinale è nel caos più totale”. Dopo il capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale Giacomo Possamai, anche il portavoce delle opposizioni ed ex candidato governatore Arturo Lorenzoni, critica il ritmo, sotto la media nazionale, delle vaccinazioni in Veneto. “In questi giorni, diverse categorie di persone, non ancora raggiunte da nessun tipo di avviso in merito alle tempistiche della convocazione, si rivolgono al sottoscritto nonostante gli annunci della stessa amministrazione regionale” aggiunge Lorenzoni nel comunicato.

“Ad esempio – spiega Lorenzoni – ad alcuni insegnanti della provincia di Padova non è nemmeno stato comunicato che l’Ulss 6 Euganea ha attivato il servizio Zerocoda on line, l’unico modo, almeno per loro, per prenotare l’inoculazione della prima dose. Di fatto, si è verificato un cortocircuito: decine di docenti e personale Ata non sono stati avvertiti che non avrebbero ricevuto nessuna lettera di invito, a casa, da parte del Dipartimento di Prevenzione, come invece sta avvenendo per le classi 1941, 1940 e 1939. Peraltro, si legge nel link che rimanda a Zerocoda, ‘al momento i posti sono esauriti, stiamo lavorando per aprire altre sedute vaccinali’”.

“C’è poi tutta la questione relativa ai disabili e ai loro caregiver che sono in ansia poiché non vi sono delle indicazioni precise. Nella medesima condizione pure il personale amministrativo delle cliniche sanitarie private e delle scuole paritarie, professionisti che svolgono un lavoro esattamente sovrapponibile a quello delle strutture pubbliche, che sono invece vaccinati. Tutti esempi di una cattiva gestione del programma. Il fatto di disporre di pochi vaccini – sottolinea ancora il consigliere – ormai diventato un mantra, non può essere una scusa. Manca a monte una definizione chiara della sequenza e delle reali necessità dei lavoratori più a rischio e dei soggetti fragili. Non essendoci un indirizzo chiaro, con le varie Ulss che decidono in completa autonomia le priorità, si viene a creare uno stato di incertezza e timore tra le persone. Serve un cambio di passo se è vero, come ha dichiarato il DG della sanità veneta Luciano Flor, che questo mese arriveranno oltre 370mila dosi nella nostra Regione”, conclude Arturo Lorenzoni.