La Quinta Sezione penale della Corte di Cassazione ha rinviato alla Corte Costituzionale il procedimento che riguarda il crac della Banca Popolare di Vicenza (BpVi), per il quale sono imputati l’ex presidente Gianni Zonin, gli ex dirigenti Paolo Marin e Andrea Piazzetta, l’ex vicedirettore generale Emanuele Giustini e Massimiliano Pellegrini.
Gli ermellini hanno sollevato la questione di legittimità costituzione dell’articolo 2641 del codice civile “che – informa una nota della Suprema Corte – prevede la confisca obbligatoria per equivalente dei beni utilizzati per commettere il reato, per sospetto contrasto col principio costituzionale, convenzionale ed eurounitario di proporzionalità”.
Sull’argomento vi segnaliamo un recente contributo dell’avvocato Fulvio Cavallari, dal titolo “Il crac della BPVI al vaglio della Corte di Cassazione: realisticamente vane le speranze dei risparmiatori di recuperare le perdite”, incentrato proprio sull’udienza penale della Corte di Cassazione a carico degli ex amministratori della BpVi già giudicati in primo grado e in appello.