Il crac della BPVI al vaglio della Corte di Cassazione: realisticamente vane le speranze dei risparmiatori di recuperare le perdite

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Processo BPVi: buio nell'aula
Processo BPVi: buio nell'aula

È fissata per oggi, 14 dicembre 2023, alle ore 10 a Roma, in Corte di Cassazione, l’udienza penale rubricata al numero 22690/2023 a carico degli ex amministratori della BPVI (Banca Popolare di Vicenza) già giudicati in primo grado e in appello.

Le pene, comminate in Appello il 10 ottobre 2022, erano state: 3 anni e 11 mesi a Zonin, Piazzetta e Pellegrini, 3 anni 4 mesi e 15 gg a Marin, Giustini 2 anni 7 mesi e 15 gg, assolto Zigliotto (Qui il dispositivo sintetico della sentenza del Processo d’appello BPVi, ndr).

Il numero d’ordine è il primo, alcuni legali hanno chiesto di discutere il caso oralmente, altri rassegneranno per iscritto le proprie conclusioni che riguarderanno inevitabilmente le richieste risarcitorie sulle quali sperano molti risparmiatori.

A tal proposito ricordiamo che il processo di primo grado aveva disposto a beneficio delle parti civili una “provvisionale” fissata nella misura del 5% dell’importo nominale del valore delle obbligazioni o azioni acquistate risultante dagli atti di costituzione di parte civile e in ogni caso non superiore ad euro 20.000 pro capite, rimettendo per l’intero la valutazione del dovuto al giudice civile oltre al riconoscimento del 5%.

La Corte d’appello Veneziana sul disposto di primo grado non è intervenuta se non per ribadire la condanna al pagamento delle spese di assistenza e difesa delle parti civili liquidate ma revocando la provvisionale a favore di Banca d’Italia e Consob e la pesante confisca da 963 milioni di euro gravante sugli imputati stabilita dal Tribunale vicentino.

Ora cosa accadrà in Cassazione? Se la sentenza del processo d’appello BPVi passasse in giudicato tutti gli imputati condannati potrebbero godere delle misure alternative alla detenzione evitando il carcere.

È possibile, peraltro, che nel prevedibile giudizio di Corte di Cassazione venga dichiarata la prescrizione di tutti i reati con nessuna conseguenza per gli stessi.

Avv. prof. Rodolfo Bettiol
Avv. prof. Rodolfo Bettiol

Molti, però, si chiedono se finalmente potranno finalmente recuperare le perdite, ma, per vederci chiaro, perché siamo alla resa dei conti e le chiacchiere vanno a zero. ci siamo rivolti all’avv. prof. Rodolfo Bettiol, docente universitario di procedura penale, che ha preso parte al processo per alcuni risparmiatori per rivolgergli alcune domande (leggi «Sentenza processo d’appello BPVi, il prof. Rodolfo Bettiol la commenta su prescrizioni, revoche confisca imputati e provvisionale Bankitalia e Consob», ndr).

«Di rilievo – aveva scritto Bettiol –  è la revoca della confisca per equivalente disposta ai sensi dell’art. 2641 comma 3° c.c. nei confronti degli imputati per l’intero importo pari a € 963.000.000. Tale somma corrisponde all’importo delle operazioni cosiddette baciate… La revoca avvantaggia in astratto le parti civili le quali, peraltro, dovranno, per ottenere l’integrale risarcimento del danno, intraprendere il giudizio civile».

Professore, facciamo il punto della situazione: cosa accadrà in Corte di Cassazione?

Vi è la provvisionale da corrispondere stabilita al 5% del valore delle azioni o delle obbligazioni nei confronti delle parti civili, la situazione è rimasta immutata in secondo grado, non vedo cosa cambierà in Corte di Cassazione.

In sostanza i risparmiatori cosa possono aspettarsi?

In linea teorica certamente il pignoramento è e sarà fattibile nei confronti degli imputati, sempre nella misura stabilita sin dal primo grado.

Siamo d’accordo ma in pratica cosa succederà?

L’elevato numero di parti civili costituite credo renderà difficile far ottenere per tutti un concreto risarcimento. In Corte di Cassazione, quindi, non è che le cose possano migliorare, anzi, nel caso in cui la sentenza di secondo grado fosse annullata, potrebbero peggiorare.

Siamo alla resa dei conti dunque, dopo tanto clamore una sua considerazione conclusiva

In definitiva ritengo improbabile un risarcimento concreto, l’unica salvezza è stata ed è il Fondo Indennizzo Risparmiatori (e quello che ne rimane), che, tra l’altro, ricordiamolo, ha risarcito sulla scorta delle violazioni del Testo unico di intermediazione finanziaria, titolo ben diverso da quello rappresentato dai reati penali.