Crac BpVi, Franco Barbieri: “baciate, prestiti, controlli, se questo è un processo…”

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Ex sede centrale BPVi
Ex sede centrale BPVi

Il processo ai vertici della ex Banca Popolare di Vicenza si è concluso, ma sappiamo già che si ricorrerà in appello, così il cittadino qualsiasi continuerà a chiedersi perché le sentenze non si discutono, ma si può comunque trovare un giudice che poi ribalta una sentenza di condanna anche se non vengono presentate nuove prove o fatti importanti. Il processo si è svolto praticamente solo sul tema delle cosiddette “baciate” di cui nessuno dei ben pagati vertici della banca e degli organi di controllo pare sapesse nulla, anche se era una prassi comune. Cosa ci stessero a fare, se non a prendersi immeritati stipendi, tuttora non si sa. Pochissimi accenni alle operazioni finanziarie disastrose, ma tanto sappiamo che sono una roulette russa dove si può guadagnare ma anche perdere, mentre non è una roulette russa scegliere degli operatori finanziari seri e capaci e controllarne e verificarne l’operato. Nessun accenno poi da parte dei media che si sono occupati di questo processo sui prestiti e finanziamenti erogati a piene mani a chi proprio non li meritava, ma che comunque hanno contribuito al dissesto della banca. Ci si chiede dunque a cosa servano la Centrale dei Rischi ed il cosiddetto PUMA 2, cioè la Procedura Unificata di Matrice Aziendale, che fanno entrambi capo alla Banca d’Italia (ancora e sempre lei). Anche le segnalazioni a questi due organi di controllo, vigilanza e scambio dati sono state falsificate? E da chi? Oppure non sono state prese in considerazione o nascoste? Ed anche in questo caso da chi? Ci saranno altri processi, perdendo altri cinque anni, o facciamo finta di nulla? Ai posteri l’ardua sentenza, tempi di prescrizione permettendo.

Franco Barbieri

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