Palazzo delle Poste e la Vicenza degli orrori, Franco Barbieri: quelli più grandi sono eterni lavori in corso e il nuovo tribunale molto più brutto”

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Tribunale di Vicenza
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Ha avuto 49 commenti e 9800 interazioni, raggiungendo quasi 3 mila persone, su Facebook, l’articolo di Gianni Poggi (“La Vicenza degli orrori: il palazzone postelegrafonico eredità del Fascismo deturpa una delle contrade più caratteristiche del centro di Vicenza“) da noi pubblicato per la serie “La Vicenza degli orrori”, che parla del palazzo delle Poste in piazza Garibaldi, nota anche come piazza delle Poste, una violenta irruzione novecentesca in uno splendido contesto medievale e rinascimentale.

Ma a peggiorare la situazione e rendere l’edificio un vero e proprio orrore nella città del Palladio è, a mio avviso, il fatto che il palazzo sia inagibile da tempo immemore per lavori in corso, obbligando i vicentini ad andare in posta in un container, facendo la fila al freddo e al gelo in inverno e cuocendosi al solleone in estate. Nel frattempo, senza aspettare geometri o operai, c’è chi ha approfittato della situazione per accasarsi, acuendo il senso di degrado di un palazzo sporco e inagibile che fa a pugni con una parte splendida del centro storico, come abbiamo più volte documentato su ViPiù.

Molte sono state le reazioni all’articolo di Poggi, tra cui questo commento di Franco Barbieri: “Non sono affatto d’accordo con quanto da Voi pubblicato sul palazzo delle Poste. Non si tratta certo di una grande opera, ma resta testimonianza di un periodo storico-artistico, discutibile fin che si vuole, ma sempre meglio di tante brutture inflitte alla nostra città in nome di una modernità ed in ossequio a certi architetti cui non darei nemmeno la progettazione di un cesso pubblico. Vogliamo parlare di come è stato ridotto viale Dalmazia, o del nuovo palazzo di giustizia con annessi casermoni alla Honecker dell’ex Cotorossi? Per non parlare dell’orrido teatro dagli orrendi finestroni che, nel suo squallore, ricorda una piscina costruita in tutta fretta negli anni ’50 in qualche paesotto di campagna. Se poi consideriamo i danni alla falda acquifera che ha creato la sua costruzione…..Che, come al solito, e non c’è da meravigliarsi data la sottoclasse politica che i vicentini si eleggono, le cose siano state fatte coi piedi tra Comune e privati, questo è un altro discorso. Se il Palazzo delle Poste qualcosa di artistico ce l’ha, a mio modesto avviso sarebbe più opportuno abbattere il bruttissimo palazzone degli uffici del Comune. Costruito a ridosso della Basilica Palladiana appare ancora più brutto proprio per la sua collocazione accanto ad un’opera di straordinaria bellezza, per non parlare del retro con tanto di condizionatori in bella vista e ciarpame arrugginito a completare l’opera. A proposito, che fine ha fatto la famosa vera da pozzo in pietra rosa, sparita e di cui non si è saputo più nulla? “.

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