Crisi governo, Conte cerca ‘costruttori’ per arrivare a quota 161: alle 19:30 il voto al Senato

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Giuseppe Conte
Giuseppe Conte presidente del Consiglio

Per il Governo è il giorno della verità: ottenuta ieri la fiducia nell’aula della Camera, con 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti (qui il commento da noi raccolto della deputata vicentina della Lega Silvia Covolo) oggi si va in scena a Palazzo Madama, dove i numeri della maggioranza sono un rebus. La seduta per le comunicazioni del premier è iniziata alle 9.30, e dopo sono previste due delle cinque ore complessive per la discussione generale, poi una pausa intorno alle 12.30. La discussione riprenderà alle 13.30 circa, e andrà avanti per tre ore. Dopo un’ora di pausa ci sarà la replica di Conte, a cui seguirà un’ora e mezza per le dichiarazioni di voto. Le procedure di voto dovrebbero iniziare intorno alle 19.30, e l’esito si avrà dopo circa un’ora. Nell’aula del Senato il Governo (senza il sostegno di Italia viva) sarebbe fermo a 154-156 sì, con la maggioranza assoluta – 161 voti favorevoli – ancora lontana.

I renziani, e così hanno poi agito ieri alla Camera, dovrebbero astenersi, e questo potrebbe consentire all’Esecutivo di ottenere la fiducia, ma senza “quota 161” si porrebbe un grande problema politico e pratico. Si spera quindi in un sostegno last minute da parte di moderati eletti con il centrodestra ed esponenti del Misto finora non conteggiati, oppure in senatori di Italia Viva disposti a smentire il loro leader, ma sono sviluppi impossibili da prevedere. Il premier fa affidamento anche al suo appello ai “volenterosi” – fatto ieri alla Camera, e atteso anche oggi in Senato – per convincere gli indecisi, ma in ogni caso la partita è sul filo. Senza “quota 161” si avrebbe un Governo di minoranza, che potrebbe anche essere considerato da Conte un risultato momentaneamente accettabile prima di aver costruito un nuovo progetto politico (il suo?) con relativa forza parlamentare stabile. Per il futuro la porta a Italia viva sembra definitivamente chiusa, e oggi più che un Conte ter sembra più probabile un rimpasto dell’attuale compagine di governo.

Fonte Public Policy