DG sanità stipendiati ma in pensione: Corte dei Conti “riabilita” vicentino Giampaolo Stopazzolo in carica a Potenza. Attesa per i 4 dg veneti

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Direttore generale dimessosi dall’Azienda Sanitaria di Potenza, Giampaolo Stopazzolo
Direttore generale dimessosi dall’Azienda Sanitaria di Potenza, Giampaolo Stopazzolo

Giampaolo Stopazzolo, medico di Vicenza, potrebbe tornare a sedersi di diritto sulla poltrona di Direttore Generale dell'Azienda sanitaria di Potenza, grazie a una sentenza della Corte dei Conti. Potrebbe essere riabilitato, dopo essere stato al centro di una burrasca nella quale si sono mescolati diversi elementi: dalla politica ai sindacati e al mondo sanitario. Fino alla magistratura.

La sua vicenda è singolare, e merita di essere ricordata. Giampaolo Stopazzolo è in effetti l'unico dirigente medico italiano a "pagare", almeno finora, per la regola di incompatibilità fra assegno pensionistico e stipendio da dipendente. A dire il vero, era in procinto di farlo. Di fatto, il medico vicentino aveva ricevuto la nomina di Dg in Basilicata a pochi mesi dal pensionamento.

Ma questa circostanza non è un caso isolato, visto che risulta che situazioni di Dg stipendiati ma in pensione siano piuttosto frequenti in Italia. Tra le altre, anche il Veneto, dove - come avevamo dato conto su ViPiù - ben quattro Direttori Generali del Servizio sanitario regionale erano stati incaricati, ma nel frattempo erano anche andati in pensione anche se in situazioni diverse e tutte da definire.

Allo scoppiare del caso Stopazzolo si erano comunque auto sospesi lo stipendio in attesa di determinazioni che, ad oggi, non sono ancora arrivate. La loro posizione è infatti ancora al vaglio tanto della Corte dei Conti, quanto del Servizio ispettivo del Consiglio regionale del Veneto al quale hanno consegnato memorie scritte sulle rispettive posizioni.

Vale la pena ricordare anche che tanto Stopazzolo quanto i quattro Dg veneti, con atti, avevano chiesto lumi alle autorità competenti sulla possibile incompatibilità ricevendo pareri favorevoli.

E lo stesso sembrerebbe sostenere la Corte dei Conti che di recente si è espressa su un caso analogo. Ovvero quello di Andrea Sacco, direttore sanitario del'Azienda sanitaria di Matera, sempre in Basilicata, trattenuto in servizio e con regolare retribuzione nonostante fosse andato in pensione pochi mesi dopo l'incarico.

Per questa vicenda, l'ex direttore generale dell'azienda sanitaria materana, Piero Quinto è stato condannato dalla Corte dei Conti (dopo un'assoluzione in primo grado) a pagare 44.449 euro. Dal dispositivo della sentenza si evincerebbe, però, che l'incompatibilità tra pensione e stipendio si possa concretizzare soltanto dopo il compimento dei 65 anni.

Questo aspetto ribalterebbe la posizione di Giampaolo Stopazzolo, 64 anni a dicembre prossimo. La situazione del medico berico si era, comunque, definita con lo stesso che di fronte alla opportunità ("politica" più che altro) di dimettersi aveva invece semplicemente dato la disponibilità a rimettere l'incarico, e la giunta della Regione Basilicata, guidata dal presidente leghista Vito Bardi, aveva deciso di chiudere l'esperienza con il dirigente vicentino.

Ora, però, Stopazzolo potrebbe - ipotizzano alcuni - chiedere il reintegro o, quanto meno, un risarcimento.

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