Di Maio: “30 minuti di internet sono un diritto primario di ogni cittadino”. Totò: “ma mi faccia il piacere!”

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ANSA: “Per Di Maio lo Stato dovrebbe garantire mezz’ora gratis di Internet a chi non può permetterselo: «La connessione ad Internet diventi un diritto primario di ogni cittadino. Siamo al lavoro per tutelare questo diritto. Immagino uno Stato che interviene e fornisce gratuitamente una connessione a Internet di almeno 30 minuti al giorno a chi non può ancora permettersela».” Stupefacente! In ogni senso. In un paese dove da inizio anno a ieri ci sono stati 352 morti nei luoghi di lavoro, dove si vogliono “censire” (leggi “schedare”) le persone per etnia (cfr. Salvini e i rom); dove si è costretti a lavorare per retribuzioni infime (600 euro al mese tutto compreso è una “paga” normale per le false partite iva) o gratuitamente (vedi l’alternanza scuola-lavoro);…

… dove si mette in discussione il diritto di sciopero, dove si uccidono i sindacalisti che lottano per i diritti dei braccianti (ricordiamo con commozione Soumaila Sacko); dove si vogliono abbassare le tasse ai ricchi (flat tax) perché così “gira l’economia”; dove non si vogliono accogliere i migranti (che “ci rubano il lavoro”); dove proliferano sfruttamento, caporalato e ricatto occupazionale; dove la salute ha un prezzo e la sanità viene privatizzata; dove l’istruzione viene massacrata; dove risulta problematico affermare che l’informazione sia libera; dove lorsignori evadono le tasse, corrompono e si fanno corrompere (e la cosa è ritenuta normale) … in un paese come il nostro, dicevo, per Luigi Di Maio (diventato ministro del lavoro senza “faticare”) la “connessione ad internet è un diritto primario di ogni cittadino”?

Avrebbe detto Totò: ma mi faccia il piacere!

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.