Dl Crescita, accelerazione su indennizzi ai risparmiatori banche

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FIR (Fondo indennizzo Risparmiatori) su Gazzetta Ufficiale n. 165 dell'11 giugno 2019
FIR (Fondo indennizzo Risparmiatori) su Gazzetta Ufficiale n. 165 dell'11 giugno 2019

Arriva il primo giro di boa del dl Crescita con l’approvazione delle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera del testo finale atteso in Aula martedì (potrebbe slittare a mercoledì) con annessa fiducia da votare in tempo utile a inviare il decreto al Senato prima della scadenza, il 29 giugno. Ecco le novità più importanti.

Salva-Comuni. Passa allo Stato parte del debito storico di Roma (1,4 miliardi) e si prevede l’istituzione di un fondo ad hoc dove far confluire gli eventuali minori esborsi per rinegoziazione dei mutui da parte dell’attuale Commissario al debito della Capitale che serviranno per quelli delle città metropolitane. Previste norme ad hoc oltre che per Alessandria anche per Catania e i Comuni della Provincia di Campobasso.

Banche. Arrivano novità per i risparmiatori in attesa dei rimborsi, che saranno celeri con corsia preferenziale se si tratta di assegni sotto i 50mila euro. Più ampia la platea di chi potrà accedere al Fondo, visto che non si calcoleranno nei limiti reddituali (35mila euro) eventuali rendite da fondi di previdenza complementare e non incideranno sul patrimonio mobiliare (tetto a 100mila euro) le polizze vita. Arriva poi l’annunciata proroga per la garanzia dei bond emessi da Banca Carige, valida fino a fine anno in attesa che si trovi un acquirente. Entra, in extremis, un altro emendamento che favorisce le aggregazioni delle banche del Sud e che nei fatti salva la Banca Popolare di Bari. La norma consente, infatti, di trasformare la disciplina della Dta (attività fiscali differite) in credito d’imposta fino a un massimo di 500 milioni.

Auto. Si amplia a tutte le moto, i motorini, le microcar e i tricicli l’ecoincentivo per acquisti di elettrici o ibridi introdotto con la manovra.

Mercatone Uno. Si estende la possibilità di accedere al fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti, consentendo l’accesso anche al gruppo fallito il 23 maggio.

Case vacanza. Multe fino a 5.000 euro non solo per i proprietari di case vacanza che evadono il fisco, ma anche per i siti che fanno da intermediari facendo incontrare la domanda e l’offerta, come Airbnb.

da Il Fatto Quotidiano