Emendamenti nella legge di bilancio a favore del FIR, Cavallari: “indennizzare dal 40 % al 100% del 30% si può ma… Serve più giustizia per i risparmiatori”

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L'avv. Fulvio Cavallari, presidente Adusbef del Veneto
L'avv. Fulvio Cavallari, presidente Adusbef del Veneto

Il nuovo emendamento passato al vaglio della commissione Bilancio in questi giorni per gli azzerati dei crac bancari e che verrà votato proprio con la legge che regola il bilancio di previsione dello Stato per il 2021 consiste in un innalzamento del tetto dell’anticipo passato dal 40% al 100% del 30%, che è l’importo, con un tetto di 100.000 euro, riconosciuto dal FIR alle vittime delle banche rientranti nel suo perimetro.

Quindi per chiarezza è bene dire che non si tratta di un ristoro integrale al 100 per cento della perdita subita.

Potrebbe sembrare una riflessione scontata agli occhi dei bene informati, non però a quelli della platea dei risparmiatori.

Bene direi, ma attenzione però, nella legge (art 50 Decreto Legge 17 marzo 2020 n. 18) è scritto chiaramente che pagare l’anticipo, oggi in pratica divenuto del 100 per cento del 30 per cento, non è un obbligo ma una facoltà della Commissione, infatti vien detto “può essere corrisposto”

Inoltre l’emendamento dice che non si possono pregiudicare i principi di parità di trattamento di soci e obbligazionisti.

Anche questo passaggio, di per sé fumoso, andrà letto e interpretato dalla Commissione, vedremo la relativa determinazione per capire di cosa si tratta.

Il fatto poi che si possa pagare in assenza (in attesa dice la norma) di un piano di riparto non è garanzia di celerità, perché, lo abbiamo scritto a più riprese, se Consap smaltisce un certo numero di pratiche il numero limitato dei Commissari resta il nodo strutturale della 145/2018.

Nove componenti sono e nove componenti restano, oltretutto la validazione massiva annunciata dal sottosegretario Villarosa non è passata al vaglio degli emendamenti annunciati.

Di fronte alle cifre della legge che confermano i suoi deficit strutturali possiamo solo dire che gli sforzi del Governo in carica ci dicono che il tentativo di aggiustare i problemi in corsa sono il sintomo evidente di un impianto di base raffazzonato (i ben noti soldi a pioggia dall’elicottero).

Aggiungo che oramai siamo a dicembre 2020, sono passati ben due anni dal dicembre 2018, data della 145 e chi ha preso qualcosa lo deve solo alla celerità con cui è stata presentata la domanda, tutti gli altri in coda.

Non voglio sminuire gli sforzi di chi si è adoperato per ottenere l’anticipo, è un simbolo di speranza per tanta gente.

Ma di fronte all’apatia di massa che coinvolge oramai un po’ tutti, dalle associazioni ai risparmiatori, l’unico augurio di Natale che mi sento di fare, a tutti, è di un risveglio delle coscienze e del buon senso.

Ammettiamo una buona volta che c’è stato un errore e creiamo un percorso parallelo che ridia la dignità e un giudice ai risparmiatori.

In uno stato basato su principi del diritto dovrebbe essere normale chiederlo, siamo al punto che pare un’eresia da dimenticare.