I giornalisti possono “suonare” di santa ragione politici e potenti. In Italia ma non a Vicenza, dove si vuol cucire la bocca a VicenzaPiù

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Attacco alla libertà di stampa: a Giovanni Coviello 8 mesi di... bavaglio
Attacco alla libertà di stampa: a Giovanni Coviello 8 mesi di... bavaglio

Che bello essere un politico di lignaggio che ti può dare del “pluricondannato” (2.500 euro di decreti penali in oltre 11 anni di giornalismo d’inchiesta sono una cifra minima da pagare per il rischio che si corre scrivendo la verità o le ipotesi delle varie procure) senza essere chiamato (nella fattispecie “chiamata” a rispondere di un appellativo che fa supporre chissà quali condanne, magari per corruzione, concussione, e, visto siamo “dentro” una condanna plurima, per mafia, a carico per giunta di uno, il sottoscritto, che l’assessora all’istruzione del Veneto colpevolizza anche per essere “un nullatenente“!

Ma che bello anche essere in una redazione di lignaggio ai cui redattori, e noi siamo d’accordo e solidali con loro, è consentito dare ad esempio del ladro ai potenti che corrompono (elenco troppo lungo…), del “bullo” all’ex premier toscano, del “Cazzaro verde” a un politico scrivendoci anche un libro con quel titolo con in copertina la caricatura dell’ex ministro, venendo archiviati o acquisendo poi l’ulteriore medaglia del non luogo a procedere (leggi sotto”) per aver anche dato del “pagliaccio, razzista e demagogo” allo stesso ex ministro!

Se noi di VicenzaPiù “parodiamo”, invece, il linguaggio di un’assessora che dà del magrebino di merda a un ladro di biciclette ed esalta il “farsi giustizia da solo” del suo amico “patriota”, o utilizziamo la foto di “Guardia e ladri” per illustrare un articolo in cui invitiamo i presunti ladri (di beni della Fondazione Roi) a fornire autonomamente alla guardia (la GdF di Vicenza”) le prove di non esserlo; beh, allora, vai con le condanne di Grillo pro Donazzan e Mantovani pro Zonin e Zigliotto.

Ma, si sa, la legge è uguale per tutti. Fuor che a Vicenza?

 

*“VITTORIA” DEL FATTO. Il gup di Roma: Salvini “razzista demagogo” si può dire

“Salvini si impegna in una doppia pagliacciata, razzista e demagogica” si può dire. Il Fatto Quotidiano era stato citato  in giudizio  per diffamazione dall’ex ministro dell’interno, il pm di Roma  aveva  chiesto l’archiviazione, ma il gip (giudice delle indagini preliminari) aveva rigettato la richiesta sostenendo che l’espressione superasse i limiti della verità – Salvini non è un pagliaccio, non è un razzista e non è un demagogo – della continenza e dell’interesse pubblico e aveva disposto l’immediata citazione a giudizio degli imputati senza ulteriori indagini. Una memoria difensiva inoltrata al gup (giudice dell’udienza preliminare) ha tuttavia ribaltato la questione. Il gup ha infatti emesso ugualmente sentenza di non luogo a procedere ritenendo la frase coperta dal diritto di critica politica. La sentenza verrà depositata tra un mese. Al momento, però, si può legittimamente affermare che dire di Salvini che si è impegnato, nell’occasione oggetto dell’articolo contestato, a porre in essere una doppia pagliacciata razzista e demagogica.

Nota

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