Il Coronavirus andaluso, il diario di un vicentino recluso in Spagna: Semana santa in quarantena e la “spagnola” di 102 anni fa

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Coronavirus di 102 anni fa:
Coronavirus di 102 anni fa: "spagnola"

Coronavirus di 102 anni fa: "spagnola"Scenario generale. Sabato 4, ore 19 alla TvE, il premier Sanchez ha annunciato che il confinamento per l’emergenza Coronavirus si dilaterà fino al 26 aprile. Stava nell’ordine delle cose e non ha stupito nessuno. Tutte le celebrazioni religiose e le entusiasmanti feste di piazza della Semana Santa, che in Andalusia rappresentano l’evento dell’anno per eccellenza, sono sospese. Niente processioni, niente balli e musica tra le calli dei pueblos. E gli andalusi non se ne danno pace; si avverte tra loro quello stato di sconforto che prevale sulla loro “famosa allegria”.

Intanto, nei soliti quattro passi per far la spesa, noto che lungo la Calle de la Fuente la locale comunità portoghese di Conil de la Frontera – un centinaio di famiglie – ha appeso di fianco alle porte di casa, riconoscibili per gli azulejos, l’ordinanza emanata 102 anni fa dalle autorità sanitarie portoghesi per debellare la pandemia d’allora: l’influenza spagnola.

Il consigli al popolo di 102 anni fa contro la spagnola
Il consigli al popolo di 102 anni fa contro la spagnola

Tra i consigli di quel vademecum (“Conselhos au povo/ Consigli al popolo” (vedi foto) : “nao facer visitas, non fare visite; evitar agglomeracoes/ evitare assembramenti; o doente aos primeiros siymtomas deve ir para a cama… / l’ammalato ai primi sintomi deve restare a letto in riposo a casa e non deve ricevere assolutamente nessuna visita; ….tomar omo preventivo 25-50 centigrammos por dia de quinino/ nel caso, prendere dai 25 ai 50 centigrammi di chinino al di …“.

Diamine, cent’anni dopo non è cambiato granché.

La polizia (con le mascherine!) controlla 102 anni fa il rispetto delle regole contro la spagnola!
La polizia (con le mascherine!) controlla 102 anni fa il rispetto delle regole contro la spagnola!

Diario/Aggiornamento settimanale dal 4 al 10 aprile. Quarta settimana di Quarantena: “caos calmo.

Conil de la Frontera. Siamo dentro la quarta settimana di confinamento per lòa pandemia Coronovirus, qui in Spagna. Forse la più strana, la meno pesante da trascorrere, almeno per me. Mi sento come Nanni Moretti di “Caos calmo”. C’est la vie, es vida (senza punto interrogativo).

Confesso che il quedate en casa alla lunga sta diventando il mio quieto vivere. Una sorta di normalità, non passiva comunque, ma che, conoscendomi, non avrei mai pensato di possedere. Ma tutto scorre, diceva il Saggio. Mi stupisco anche di me, mi percepisco come un mutante; mi sento diverso, più leggero e disteso nel modo in cui pongo i miei pensieri; mi sento diverso e più pacato nel vivere quella sfera emotiva che, nei primi giorni di confinamento, girava al massimo. Incontrollata.

Maurizio Mascarin, giornalista e pittore vicentino, "fronteggia" l'oceano da Conil de la Frontera
Maurizio Mascarin, giornalista e pittore vicentino, “fronteggia” l’oceano da Conil de la Frontera

Quelle tensioni umorali sono sparite, resettate, quantomeno “nascoste” in qualche angolo recondito di me, difficile da sondare. A dirla in breve, altrimenti mi/vi annoio, non sento più quel senso di costrizione iniziale che tanto mi disturbava nei primi giorni di quarantena per il Coronavirus. Come l’oceano – oh, la mia oceanoterapia – mi sento liquido, e non mi dispiace affatto coccolarmi dentro ad una sana dose di fatalismo. Miracolo dei neuroni, o degli ormoni, o di chissà che altro, l’essere umano è anche questo. Io, almeno, percepisco di essere (al momento) anche questo. Non sarò come quel pitone che sta cambiando pelle? (istinto di sopravvivenza).

Panta rei. Quanto ero infastidito (eufemismo) dal sentirmi recluso e straniero in una terra pur accogliente come l’Andalusia! Quanto ero infastidito dalle assillanti pattuglie della Guardia Civil che in 24 ore avevano militarizzato (a mo’ di ancién regime…) tutto il territorio di Conil de la Frontera. Ebbene, ora me ne fotto.

Quel senso amaro, inquietante di fastidio è evaporato. Faccio altro, nelle mie giornate atlantiche fronte mare: leggo, scrivo, dipingo (via Amazon mi sono arrivati i colori a cera e un album da disegno), faccio singolari e ridicole azioni di atletismo nel poggiolino, ricordando le lezioni del vecchio prof. di educazione fisica ai tempi delle scuole medie in Contrà Riale; e poi penso, medito, sogno, immagino, fantastico; e poi osservo il (mio) mare, scrivo qualche sms, soprattutto a persone che avevo perso di vista, e tant’altro ancora. Piano piano, insomma, mi sono ripreso la vita in mano e faccio tante Cose, in questo Caos calmo che mi sorprende sempre di più.

Ps. Nei viaggi porto con me un quadernetto sgualcito di appunti dove riporto le frasi dei libri che più ritengo stimolanti. “Un’azione trascina un’altra azione ed elimina quell’immobilismo che alla lunga si risolve in un pantano”, scrive ad un certo punto Goliarda Sapienza in “L’arte della gioia” . Quanto di più vero, in quelle sue parole.

Alla prossima puntata, qui tutte


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(Qui la situazione ora per ora sul Coronavirusqui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr)

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