“Via dalle città: nei vecchi borghi c’è il nostro futuro”. Questa citazione dell’architetto e urbanista Stefano Boeri, il papà del grattacielo ‘verde’ di Milano Bosco Verticale, campeggia nel sito di Borgo Office, un prodotto del network FPC-Progetti Editoriali Digitali. Borgo Office mette a disposizione stanze in 11 agriturismi di altrettanti borghi d’Italia, tutte dotate di wi-fi, per chi voglia svolgere lo smart working, il lavoro agile, un tempo detto telelavoro o lavoro da casa, in ambienti confortevoli e immersi nella natura, con tutti i benefici, anche psicologici che ne derivano, dato che lo smart working può aumentare ancora di più lo stress. Il soggiorno è gratuito, ma l’agriturismo ospitante invita ad acquistare cesti di prodotti locali. In Veneto al momento non ci sono strutture aderenti al progetto, anche se nella nostra regione non mancano certo i borghi antichi e rurali. I più vicini sono a Caldonazzo (Trento) e Bagolino (Brescia).
Un’opzione che potrebbe diffondersi sempre di più e trasformare il volto delle città e dei luoghi cosiddetti di villeggiatura in collina, montagna, mare e campagna. Presto ancora per dire se in meglio o in peggio, con molte persone abituate a vivere in città che si sposteranno nelle periferie, nelle campagne, sui monti, pretendendo magari di trovarvi tutti i comfort e spingendo l’uomo a trasformare ancora di più il territorio verso la cementificazione. D’altro canto uno spopolamento delle città potrebbe portare a un calo dei prezzi e anche a una diminuzione dell’inquinamento, un problema sempre più attanagliante soprattutto nella Pianura Padana. Secondo Antonio Petrillo in un’intervista al Fatto “territori finora marginali troveranno una vita nuova. Ma i nuovi inquilini di queste campagne alimenteranno sempre più lavori a basso reddito: i corrieri, i servizi domestici, l’asporto. Chi non fa smart working dovrà pedalare, fare su e giù in bici, in moto o col camion. E chi è in smart resterà immobile. Ricco ma fermo nel giardino di casa“.
