Il territorio vicentino tra medioevo ed età moderna

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Dopo essere stato presentato a Bassano, nell’ambito di un ciclo dedicato alla storia e a Roma, all’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, il volume a cura di Francesco Bianchi e Walter Panciera, titolato «Bellissimo per le doti della natura e per l’industria umana», torna per così dire a casa, nella Fondazione di Storia di Vicenza, presieduta da Paolo Scaroni, in Contrà San Francesco n. 41, dove venerdì 15 novembre, alle 17.30, Gian Maria Varanini, dell’Università di Verona,  lo presenterà unitamente ai due autori.

Il titolo del libro prende spunto da una frase di Filippo Pigafetta, che così descrisse il territorio vicentino nel 1608. L’opera, promossa dalla Fondazione di Storia e che fa parte della collana “Fonti e studi di storia veneta”, alla quale hanno contribuito undici diversi autori, consente di indagare le motivazioni per le quali un millenario paesaggio fatto di campi, di boschi e di pascoli, di  paesi e di contrade, di ville e di chiese, di rogge e di strade, esiti di cambiamenti molto lenti, quasi impercettibili, nel giro di pochi decenni si sia trasformato quasi in un’unica megalopoli, una città “diffusa”, che si sta espandendo a macchia d’olio nella pianura veneta.

L’incontro darà modo anche, tramite il racconto degli autori, di recuperare, almeno in parte, come scrivono loro stessi nella prefazione: “Un poco dello stupore e dell’incanto che le meraviglie di questo territorio hanno esercitato per secoli, a vario titolo, su artisti, intellettuali, tecnici, politici e viaggiatori”.