Incidente Mestre, migliora 33enne paziente tedesco. Procura di Venezia indaga su guardrail e autopsia autista

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tragedia mestre
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È stabile un paziente tedesco di 33 anni ricoverato all’ospedale di Treviso le cui condizioni ieri erano state definite critiche dopo il grave incidente del pullman a Mestre. La prognosi resta però ancora riservata. La situazione degli altri pazienti risulta invariata rispetto alle comunicazioni diffuse nel pomeriggio di ieri.

Attualmente risultano ricoverati presso gli ospedali del Veneto 15 pazienti coinvolti nell’incidente di Mestre. Ancora 9 di loro sono in reparti ad alta intensità di cura (terapie intensive), 5 nei reparti di chirurgia, 1 in pediatria.

Ansa: perizia sul guardrail e autopsia

Quel guardrail troppo basso, e vecchio, del cavalcavia, e l’autopsia sull’autista del pullman della morte, per capire se è stato un malore a fargli perdere il controllo del mezzo.

Girano attorno a questi due elementi le risposte che la Procura di Venezia attende per indirizzare verso qualcuno l’inchiesta per omicidio stradale plurimo aperta, al momento senza indagati, sull’incidente. Bruno Cherchi, il capo dell’ufficio giudiziario veneziano, è tornato oggi a mettere i paletti sugli sviluppi dell’indagine, dopo le indiscrezioni che si susseguono sulla stampa. Iniziando dalla scoperta del ‘buco nel guardrail’, in realtà un varco di servizio, di circa un metro e mezzo, presente sulla barriera laterale del viadotto; un elemento esistente su tutti i manufatti stradali risalenti a qualche decennio fa. “Non abbiamo alcun elemento per trarre conclusioni sul guardrail- ha detto Cherchi – per questo ci serve una perizia”.

Il magistrato ha negato che qualcuno abbia definito “marcia quella barriera”. “Sul guardrail – ha spiegato – faremo tutte le attività del caso, iniziando da una consulenza tecnica, appena avremo trovato il soggetto idoneo per farla. Servono conoscenze tecniche, non giuridiche. Per ora non abbiamo acquisito dal Comune di Venezia documenti sulla rampa”.

E poi, ha proseguito il Procuratore, “le notizie spezzettate non aiutano il nostro lavoro e creano confusione. La Giustizia non è uno show”.