“Infermierini” Oss, Pegoraro (Opi Vicenza): “rischi per pazienti e operatori, possibile ricorso al Tar contro legge regionale”

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Federico Pegoraro presidente Opi Vicenza
Federico Pegoraro presidente Opi Vicenza

“Non vogliamo passare per quelli che, come spesso accade in Italia, appena si cerca una soluzione creano il “comitato del No”, ma questo provvedimento rischia di essere nocivo per tutti e soprattutto per i pazienti”. Federico Pegoraro, presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Vicenza (OPI), commenta così in una nota la recente delibera della Giunta regionale, sui cosiddetti “infermierini”, che stabilisce uno specifico percorso di “Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’Operatore Socio-Sanitario” (Oss).

“Siamo tutti perfettamente consapevoli – aggiunge Pegoraro – della criticità della situazione sanitaria e della carenza di personale infermieristico. Carenza, è bene dirlo, frutto della cattiva e inefficiente gestione dei fabbisogni di personale fatta in passato e aggravatasi dopo lo scoppio della pandemia, tanto da diventare una vera e propria emergenza. Va però chiarito, a chi non è del settore, che la delibera prevede che gli Oss attuino prestazioni di competenza infermieristica che vanno ben oltre le loro responsabilità. Questo a seguito di una formazione teorica a distanza di sole 150 ore e 250 di tirocinio, esponendo a rischi in primis gli ospiti delle Residenze Sanitarie per Anziani, già in elevata condizione di fragilità, loro stessi e infine anche gli infermieri, che mantengono comunque la piena responsabilità dei risultati dell’assistenza e dell’appropriatezza della presa in carico del paziente”.

“Non siamo i soli a rilevare i rischi che l’applicazione di questa delibera prospetta – conclude Pegoraro – li ha espressi anche il MIGEP, la maggiore associazione di categoria degli OSS a livello nazionale. Il Coordinamento degli Ordini degli Infermieri del Veneto sta valutando l’opportunità di agire con un ricorso al TAR, cosa che non sarebbe avvenuta se la Regione Veneto avesse coinvolto gli Ordini infermieristici fin dall’inizio, per ragionare assieme sulle possibili alternative di gestione del problema, invece che imporre direttamente soluzioni come queste. Un problema sia di merito che di metodo, che non ci lascia altre alternative”.