Intesa Sanpaolo, utile netto in crescita “3.5 mld per le banche venete a parte”: ma per Carlo Messina il propellente sono BPVi e Veneto Banca, per i cui soci sono ancora bloccati i 100 mln di “ristoro”! Chapeau?

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Intesa Sanpaolocome annuncia l’Ansa – chiude i primi sei mesi del 2018 con un utile netto di 2,179 miliardi di euro in crescita rispetto a 1,73 miliardi dello spesso periodo del 2017 al netto dei 3,5 miliardi di contributo per le ex banche Venete, che, però, è indubbio abbiano contribuito al risultato con le loro “parti buone” (depositi e attività di decine di milardi con rischi di credito ridotti a zero) confluite nel colosso lombardo-piemontese. Se facciamo fatica a definire Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca come “acquistate” da Intesa, quando il prezzo simbolico di un euro è stato addirittura “sovvenzionato” con quei 3.5 miliardi oltre a  “provvidenze” anche più ampie sotto varie forme (garanzie, scivoli per i dipendenti…), è con questo “vantaggio” di partenza che vanno valutati i dati odierni.

Di sicuro, quindi, è merito di Carlo Messina, ma più, ad una prima valutazione, per il suo “colpo” di sisetma sul mercato che per la bontà della gestione ordinaria, l’utile di 927 milioni nel secondo trimestre in crescita rispetto agli 837 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. 

Se, aggiunge l’Ansa, i risultati sono “pienamente in linea con il piano d’impresa 2018-2021”, Intesa Sanpaolo conferma le previsioni per il 2018 e attende un aumento del risultato netto rispetto al 2017, escludendo dal risultato dell’anno scorso il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro per l’acquisizione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. All’andamento atteso del risultato netto è previsto concorrano un aumento dei ricavi (su una massa amministrata cresciuta in maniera anomala per l’inclusione di quella delle due popoalri venete), un continuo cost management (leggansi “tagli”) e un calo del costo del rischio (leggansi anche crediti garantiti dallo Stato per l’assorbimento delle venete). La politica di dividendi per l’esercizio 2018 prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari all’85% del risultato netto.

Intanto i, solo, 100 milioni stanziati per i soci più in difficoltà delle ex BPVi e Veneto Banca sono stati bloccati finché non cesseranno le cause che per i danni chiamano in causa Intesa come banca subentrante ai due istituti veneti ora in LCA: chapeau, dr. Messina!