Invece della Befana arrivano le scorie nucleari, polemiche dopo pubblicazione carta siti idonei di Sogin

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scorie nucleari
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Con il nulla osta del ministero dello Sviluppo economico e del ministero dell’Ambiente, la Sogin ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico, che permetterà – si legge in una nota – di “sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività”.

In base alle osservazioni e alla discussione nel seminario nazionale, Sogin aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del Mise, del Minambiente e del Mit. In base a questi pareri, il Mise convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta nazionale delle aree idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica.

“Sarà una procedura – si legge – fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni. Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Il deposito avrà una struttura a matrioska: Nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati. In totale circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività: si tratta dei rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, dalle sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attività di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano”.
Un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, “atteso da molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del Governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo”.

Le aree interessate dalla Cnapi sono “il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin, che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse”.

LE REGIONI INTERESSATE

Le regioni individuate come aree potenzialmente idonee per la realizzazione del deposito nucleare, come previsto dalla Cnapi, sono: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Negli allegati sono indicati anche i Comuni interessati nelle sette regioni.

La pubblicazione della Cnapi, con l’elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei (che non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche), “di fatto – si legge ancora – dà l’avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale. Sarà questo l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere”.

Dopo la pubblicazione della Carta dei siti idonei per il deposito nazionale delle scorie nucleari (Cnapi), secondo l’associazione di consumatori Aduc, è riesplosa una sindrome che sembrava estinta, la NIMBY (“Not In My Back Yard, “Non nel mio giardino”). Tutti gli amministratori dei territori individuati si dicono contrari e pronti alle barricate, anche con l’appoggio di forze politiche che nel 1987 erano contrari al referendum con cui l’Italia uscì dall’energia nucleare. “A questa sindrome si affianca anche quella dei furbi – afferma Aduc in un comunicato – che dicono che parte delle scorie andrebbero messe in un sito europeo, ovviamente non italiano (anche se il problema è solo italiano)… così come si fa con i rifiuti che, in assenza di politiche per lo smaltimento si spediscono nei posti più disgraziati”.

“Non ci stupiamo di questo dibattito. Eppure la questione è semplice e auspichiamo che la autorità agiscano di conseguenza. Premessa: tutti i siti dove depositare le scorie devono essere in zone geologicamente stabili individuati dalle autorità, considerando che l’Italia continentale è zona sismica e che ci stiamo muovendo verso i Balcani. I rifiuti sono di due tipi: scorie delle vecchie centrali dismesse dal 1987, pochi e non in crescita, da stoccare in un solo posto; scorie da ospedali e centri di ricerche con produzione continua, da stoccare in diversi luoghi vicini a dove vengono prodotti e più facili da controllare. Importante è evitare il trasporto il più possibile. Il resto – conclude Aduc – ci sembrano chiacchiere e ricerca di visibilità politica saltando sul problema del momento”.

“Il governo, nel cuore della notte, nel bel mezzo della pandemia e in piena crisi politica, si prende la responsabilità di discutere del futuro deposito nazionale di rifiuti radioattivi senza consultare le Regioni e i sindaci e dopo aver tenuto fermo il dossier per oltre un anno. Ennesimo atto di arroganza, ennesima dimostrazione di incapacità, ennesima provocazione”. È questo invece il commento affidato a una nota del leader della Lega Matteo Salvini. Prova a smorzare le polemiche il ministro Costa: “- “La Cnapi è un atto che il Paese aspettava da tempo. Da troppi anni i rifiuti radioattivi sono stipati in siti provvisori. Pensiamo a tac, risonanze magnetiche o medicina nucleare: rifiuti che vanno messi in sicurezza. Oggi parte uno storico percorso. Non è tempo di polemiche”. Lo scrive su Twitter il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in merito alle polemiche nate dopo la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) pubblicata da parte di Sogei.

(Fonte Public Policy).