Italiani in forte aumento tra i senza fissa dimora

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«La maggioranza dei nostri ospiti sono italiani». È il primo dato che emerge ascoltando gli operatori delle principali strutture di accoglienza per senza tetto presenti in Diocesi.

Da Bassano ad Arzignano passando per Schio il numero di italiani che vive situazioni di disagio economico e che non ha più una casa è superiore a quello degli stranieri. A Casa Bakhita, a Schio, solo nell’ultimo anno ci sono state 60 accoglienze, di cui 50 uomini e 10 donne. «Il 70% di questi erano italiani, un dato in crescita negli ultimi anni, per la maggior parte di età compresa tra i 45 e i 65 anni – dice Alberto Graziani operatore della cooperativa Samarcanda, che gestisce la struttura del Comune in vicolo Maddalena aperta a tutto l’Alto Vicentino-. Con la crisi economica la tendenza che vedeva più stranieri rivolgersi a centri come il nostro si è invertita. La perdita del lavoro, la difficoltà a trovare un nuovo impiego in età adulta e quindi il non riuscire più a pagare l’affitto o il mutuo della casa sono le cause principali che fanno finire queste persone per strada».

Per chi entra a casa Bakhita è disponibile il servizio mensa, docce e lavanderia e anche dei laboratori occupazionali pensati per la riacquisizione di competenze lavorative come la ciclo-officina o i corsi di informatica. «Molte persone faticano a trovare una casa perché le agenzie immobiliari richiedono buste paga e contratti di lavoro a tempo indeterminato come garanzia» continua il referente della Samarcanda. La situazione è molto simile anche ad Arzignano. A Casa Alice Dalli Cani, struttura gestita dalla coop Cosmo, negli ultimi sei mesi sono state accolte 46 persone di età media attorno ai 50 anni. «Dallo scorso ottobre a marzo gli accessi giornalieri sono stati 2.619 e per la maggior parte sono italiani» dice Angelica Pasqualotto, assistente sociale che coordina il complesso di via Chiampo, con 12 posti letto per tutti i residenti del territorio dell’ex Ulss 5 e tre appartamenti di sgancio solo per i residenti di Arzignano.
Poco cambia a Bassano, dove la struttura di riferimento per la marginalità sociale dei Comuni del distretto 1 dell’Ulss 7 Pedemontana è Casa San Francesco che offre diciassette posti letto, il servizio di mensa serale, docce, laboratori occupazionali e un appartamento di sgancio. «Nel 2018 ci sono stati 46 nuovi ingressi e in totale abbiamo seguito 57 persone – dice l’assessore al sociale di Bassano Erika Bertoncello, referente per la struttura gestita dalla coop Avvenire e dall’associazione Casa a Colori –. Gli italiani sono di più degli stranieri. Si tratta di un trend che nel nostro territorio si è consolidato ormai da diversi anni».