La Vicenza delle curiosità, gli amori “pepati” di Fiorenza Vendramin, Ercole Thiene, Teresa Vecchia, Luisa Maria Ghellini, Elena Garzadori

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Questi palazzi firmati dal Palladio ma anche i tanti altri progettati e costruiti da diversi architetti che fecero e mantengono bella Vicenza di sicuro furono ci certo abitazioni di criminali nobili e di cittadini illustri ma di sicuro furono anche testimoni di storie d’amore, di cui vi racconteremo nella prossima puntata“.

Così terminavo la sesta puntata di “La Vicenza delle curiosità“, che provo a raccontarvi come “Una vicentina curiosa“, e ora mantengo l’impegno su qualche storia d’amore, magari candida di un po’ di pepe…

Le passioni travolgenti sono sempre esistite e non sempre con un esito positivo. Vediamone alcune.

In piazza San Lorenzo a Vicenza, possiamo ammirare il Palazzo Repeta, proprio di fronte alla chiesa di San Lorenzo.

Fiorenza Vendramin aveva sposato un discendente della famiglia Sale. Non era originaria della città, era una donna di grande cultura che organizzava salotti culturali ed era molto sola perché i vicentini nobili, allora come oggi, non erano molto accoglienti con le persone che venivano da fuori. Di conseguenza, Fiorenza si sentiva molto sola e chiusa in una gabbia d’oro, ma pur sempre gabbia.

Per un periodo, l’amore la salvò: un alto ufficiale napoleonico si innamorò di lei. Purtroppo quando Napoleone cedette la città agli austriaci, la loro relazione si interruppe perché l’alto ufficiale avrebbe rischiato la vita se fosse tornato in città.  Fiorenza non riuscì a sopportare il dolore e si uccise.

In città fece molto scalpore la storia adulterina di Ercole Thiene, rampollo della famiglia nobile vicentina, con la cognata.

I due continuarono la loro relazione incuranti dei pettegolezzi (allora e oggi i pettegolezzi viaggiano a velocità supersonica), finché Ercole portò la moglie in vacanza e, fatalità, questa poveretta morì di febbre. La storia tra i due amanti continuò, fino a che anche il marito della donna, il fratello di Ercole, morì avvelenato.

Naturalmente il principale sospettato fu Ercole Thiene, ma senza prove non si poteva accusare nessuno.

Tutti si aspettarono che Ercole potesse vivere ora indisturbato la sua storia d’amore. Invece lasciò sola la cognata e sposò Teresa Vecchia, figlia dell’avvocato Vecchia che aveva un bellissimo palazzo settecentesco in città. Diventato padrone della dimora, Ercole vendette e distrusse tutti i quadri presenti nel palazzo che in tal modo si impoverì. Possiamo affermare senza troppi dubbi che Ercole aveva l’indole del “distruttore”.

Altra storia d’amore che fece discutere e pettegolare, fu quella di Luisa Maria Ghellini, figlia di Antonio, proprietario del palazzo che si trova dietro alle poste di fianco all’Oratorio dei Proti. Luisa Maria fu promessa a un certo Colocci, di Jesi, che aveva una buona posizione sociale, ma lei non ne volle sapere, finché non lo incontrò a Vicenza, fu colpita dalla sua stravaganza e se ne innamorò. Trasferitasi a Jesi, nelle Marche, dopo il matrimonio, scoprì che il marito non aveva interesse per le donne bensì per gli uomini e, oltretutto, la picchiava. Il padre, informato dello sventurato matrimonio, ricondusse la figlia a Vicenza e il matrimonio fu annullato.

Frequentando il Duomo per ottenere l’annullamento, Luisa Maria si innamorò del sagrestano che, fortunatamente, non aveva ancora preso i voti e lo sposò.

Elena Garzadori, che abitava nel palazzo che fa angolo con il ponte San Michele e ora sede di un ristorante, era originaria di Venezia dove i suoi erano dei ricchi produttori di tessuti. Sposò un Valmarana, del ramo della Villa dei Nani, descritto come brutto e pazzo, da cui ebbe un figlio che morì.

Quando rimase incinta del secondogenito, senza dire nulla a nessuno, andò a trovare la sua famiglia a Venezia e non fece più ritorno a Vicenza dal marito.

Purtroppo, questi morì e le vedove senza figli non avevano un bel destino.

Fu così che Elena tornò a Vicenza con il figlio “nascosto” del Valmarana e si salvò.

Di certo non sono solo questi gli amori dei Vip di allora di Vicenza, ma tante altre sarebbero le storie, molte rimaste ignote, per riserbo e convenienza, da raccontare, per cui la prossima punta la dedicherò alle storie di Corso Palladioi.

A presto allora.