Lavoro, Meritocrazia Italia: “rivedere reddito cittadinanza e sistema ammortizzatori sociali”

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Per quanto la gravità della crisi del mercato del lavoro sia pacifica e continuo oggetto dei proclami di strategie politiche, non è ancora definito un adeguato piano di interventi. Meritocrazia Italia spiega in un comunicato di confidare nell’opportunità di adottare misure programmatiche ben diverse dai sussidi finanziari a pioggia. Più importante sarà operare una seria revisione del sistema degli ammortizzatori sociali e attivare politiche del lavoro realmente incisive, per assicurare flessibilità e sicurezza al mercato.

Le priorità: Scuola/Sanità/Testo Unico Fiscale/Giustizia

Sarà importante che un Governo possa finalmente equilibrare i perimetri di azione dei poteri dello Stato. Il caso Palamara non può e non deve essere sottovalutato. Servirebbe una riforma immediata del CSM e l’azzeramento del correntismo per “liberare” il 95% della magistratura che è leale con la funzione delicata che quotidianamente svolge.

Meritocrazia reputa anche fondamentale riformare il sistema reddito di cittadinanza in reddito di inclusione o reddito di sostegno, agganciati a schemi formativi, utili all’effettivo inserimento nel mondo del lavoro; predisporre sistemi di premialità a favore delle imprese in grado di mantenere o incrementare il livello di occupazione in essere; prevedere sgravi fiscali e chiusura tombale dei debiti verso lo Stato soprattutto quelli incagliati, soggetti a procedure espropriative che di fatto garantiranno già un pagamento inferiore, con pagamento a saldo e stralcio; azzeramento delle segnalazioni CRIF dando a tutti la possibilità di essere riabilitati al credito, promuovere il risanamento del comparti maggiormente afflitti dall’emergenza, tra i quali turismo, sport e moda, e la maggior tutela dei lavoratori del settore; ristrutturare il settore sanitario anche sotto il profilo della formazione e del reclutamento; favorire l’occupazione delle persone diversamente abili; promuovere politiche di conciliazione e welfare anche nelle professioni; e insistere nelle utilità delle ZES con l’attivazione di nuove aree speciali.