Morte David Rossi, capo comunicazione MPS. Il presidente della Commissione d’inchiesta Zanettin a ViPiù: “Soddisfatto del lavoro svolto, andrebbe completato…”

"La crisi di MPS è maturata nel tempo, è esplosa e ancora non è risolta in uno scenario, che ha messo in evidenza superficialità gestionali e falle nel sistema dei controlli in generale"

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David Rossi, la strana morte del manager MPS
David Rossi, la strana morte del manager MPS

Giovedì si sono conclusi i lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, con l’approvazione della relazione finale. Presidente on. Pierantonio Zanettin, come valuta i lavori svolti dalla Commissione?

Senz’altro molto positivamente, per più aspetti.

Innanzitutto, per i risultati raggiunti, che certamente sarebbero stati maggiori se ci fosse stato il tempo per svolgere gli ultimi accertamenti, possibilità venuta meno con la conclusione anticipata della legislatura.

In circa un anno, la Commissione ha svolto un lavoro molto intenso; si pensi che abbiamo svolto ben 51 riunioni plenarie con 76 soggetti auditi per 170 ore di seduta e acquisito agli atti 140mila pagine di documenti, oltre a video e registrazioni delle comunicazioni audio con le centrali operative del 112, 113 e 118. Sono dati importanti e, oggettivamente, corrispondono agli obiettivi raggiunti.

Zanettin a Porta a Porta: Aglieco attendibile su inquinamento scena morte David Rossi
Zanettin a Porta a Porta: Aglieco attendibile su inquinamento scena morte David Rossi

Quindi, piena soddisfazione per i risultati raggiunti?

La soddisfazione della Commissione non è limitata ai contenuti delle conclusioni raggiunte, che saranno valutate nelle competenti sedi, sia giudiziarie che amministrative e, se il nuovo Parlamento riterrà, anche in sede politica.

I lavori dell’inchiesta parlamentare hanno fatto emergere aspetti interessanti per molti altri profili.

In che senso Presidente?

Gli accertamenti hanno reso evidenti alcune gravi distorsioni del sistema bancario, che resta pur sempre lo scenario entro il quale il tragico evento della morte di David Rossi si è verificato.

La morte del dottor Rossi si colloca infatti all’interno della banca più antica del mondo, Banca Monte dei Paschi.

Fin dal 1400 MPS è stato un esempio virtuoso di sostegno al credito delle imprese sul territorio, uno strumento per la loro espansione e fonte della crescita, anche culturale, del contesto sociale di riferimento, ma, al tempo stesso, espressione del risparmio dei cittadini e, soprattutto, presidio della loro fiducia nella solidità del sistema di tutela del risparmio.

Una struttura che poi, però, si è sgretolata per effetto di una gestione spericolata, che ha prodotto danni immensi, non solo alla città di Siena, ma anche a tutto il sistema paese.

È questo lo scenario da cui trae origine la triste vicenda della morte di David Rossi.

Non solo: la crisi di MPS è maturata nel tempo, è esplosa e ancora non è risolta in uno scenario, che ha messo in evidenza superficialità gestionali e falle nel sistema dei controlli in generale.

Gli aumenti di capitale di Mps, importi in miliardi di euro (fonte Milano Finanza)
Gli aumenti di capitale di Mps, importi in miliardi di euro (fonte Milano Finanza)

Cosa intende, onorevole Zanettin, per mancato funzionamento del sistema dei controlli e qual è il collegamento con la morte del Capo dell’area comunicazione di MPS?

L’inchiesta ha dimostrato che, così come non funzionò il sistema di controllo e di tutela del risparmio, non funzionarono a dovere né le indagini, né il controllo dell’Autorità giudiziaria sul loro contenuto e su coloro che le svolgevano o, meglio, che avrebbero dovuto svolgerle. 

Riesce a precisare meglio questa sua affermazione?

La Commissione di inchiesta, anche quando è istituita per valutare non un fenomeno, ma un fatto specifico, effettua pur sempre una valutazione a fini politici.

Spetta poi all’Autorità giudiziaria approfondire gli spunti offerti e ad altri organi effettuare le valutazioni su specifici comportamenti. Per non restare sul generico, faccio alcuni esempi, ben descritti nella relazione approvata dalla Commissione (qui la Relazione conclusiva Commissione di inchiesta sulla morte di David Rossi (versione finale), qui una sua sintesi commentata da Il Fatto Quotidiano, ndr).

Abbiamo segnalato, per esempio, che nel corso delle indagini non è stato verificato il percorso, certamente non usuale, con cui la notizia della morte di David Rossi arrivò a conoscenza dell’Autorità giudiziaria e, si noti, che si trattava di un evento particolarmente rilevante, per la città di Siena e non solo.

Abbiamo sottolineato ancora che, quella sera, i tre magistrati intervennero sul posto perché temevano connessioni tra la morte di David Rossi e le indagini finanziarie che erano in corso su Banca Monte dei Paschi ma, poi, a parere della Commissione nessun serio accertamento di natura economico-finanziaria su Rossi e su altri protagonisti della vicenda venne eseguito, non foss’altro per comprendere – qualora la natura suicidaria della morte fosse stata ritenuta certa fin da subito – se il motivo per compiere un gesto auto-soppressivo potesse essere di natura economica.

Noi abbiamo ricostruito fatti ed evidenziato dubbi, contraddizioni, lacune.

Quindi, nella vicenda, ciò che non ha funzionato è stata l’attività dell’Autorità giudiziaria?

In realtà, se sono emerse alcune carenze nell’operato della magistratura requirente,  abbiamo anche evidenziato specifici comportamenti di organi di polizia giudiziaria che, se non illeciti, risultano quanto meno inopportuni, incongrui o inusuali.

Si riferisce ad esempio al comportamento del colonnello Aglieco?

È stato analizzato il comportamento di un comandante provinciale che si sarebbe messo a seguire a piedi una volante della Polizia, senza sapere dove stesse andando e per fare cosa e poi, con una tempistica che lascia più di un dubbio, ha segnalato per primo l’identità della persona coinvolta e fornito informazioni quantomeno confuse su quanto avvenne poco dopo, durante l’ispezione all’ufficio del dottor Rossi.

Allude alla presunta risposta del dott. Nastasi alla telefonata dell’on. Santanché?

Questo è un aspetto che la Commissione ha accertato definitivamente, attraverso le indagini dei Ros dei Carabinieri: nessuno rispose a quella telefonata.

Cosa dice la relazione in ordine al mistero del rinvenimento di un secondo video cancellato?

È certamente una delle scoperte più clamorose tra quelle effettuate dalla Commissione.

Tutte le risultanze istruttorie, sia in sede penale, che in sede di audizioni, avevano escluso che fossero stati registrati altri video.

Invece è emerso che esisteva questo secondo video, che però era stato cancellato.

Purtroppo, per mancanza di tempo non è stato possibile investigare meglio i tanti punti oscuri del caso.

Quali sono gli aspetti positivi del lavoro della Commissione, che intende sottolineare?

Primo tra tutti la dimostrazione concreta che, quando ci si impegna nella ricerca della verità, i frutti arrivano ed infatti la relazione finale della Commissione è stata votata ad amplissima maggioranza.

Il Partito Democratico e LeU però non l’hanno votata.

La cosa mi ha rammaricato molto.

Sono convinto che anche il Partito Democratico avrebbe potuto votarla senza problemi.

Nei giorni precedenti mi ero preoccupato di espungere dal testo tutti i punti che potevano apparire divisivi.

Rimane comunque soddisfatto del lavoro svolto?

A dispetto dei timori della vigilia, dovuti ad alcuni dei compiti demandati dalla delibera istitutiva alla Commissione, non è sorto alcun conflitto con l’Autorità giudiziaria e tutti gli enti e gli organi ai quali abbiamo chiesto di fornirci elementi di valutazione hanno offerto ampia collaborazione, a cominciare dalle forze di polizia, dal RIS, Ra.C.I.S e  R.O.S. dei carabinieri.

Per non parlare del grande contributo offerto dai nostri consulenti e dall’aliquota della Guardia di finanza distaccata a Palazzo San Macuto.

Ringrazio ancora veramente tutti. In particolare ringrazio i colleghi Commissari per il loro grande impegno.

Direi un ottimo lavoro di squadra.

Nella prossima legislatura dovrà essere istituita una nuova commissione di inchiesta per proseguire il vostro lavoro?

Come ho già detto, la conclusione anticipata della legislatura ha impedito l’ulteriore prosecuzione delle indagini da parte della Commissione di inchiesta.

Nella relazione conclusiva, che verrà trasmessa anche alle Procure di Siena e Genova, abbiamo indicato con precisione quali ulteriori investigazioni necessiterebbero.

Spero che tali uffici giudiziari, prendendo spunto dai nostri suggerimenti, completino il lavoro.

Se invece dovesse prevalere l’inerzia, penso sarebbe proprio necessario istituire una nuova commissione che prosegua il lavoro lasciato a metà.

energia Pierantonio Zanettin
On. vicentino Pierantonio Zanettin (foto di quando era membro del CSM)

Di certo, e in questo caso ci sbilanciamo verso una parte, peraltro tradizionalmente riconosciuta da tutti come equilibrata, il ritorno in Parlamento dell’avvocato vicentino Pierantonio Zanettin (già anche membro laico del Csm e oggi, dopo 4 mandati, candidato al Senato per Forza Italia nel collegio plurinominale di Veneto 2 che comprende Vicenza, Padova e Verona) potrebbe essere una spinta per non lasciar cadere nel nulla i lavori della Commissione Rossi, da lui presieduta, così come quelli della Commissione sul sistema bancario e finanziario, di cui pure è stato componente molto attivo.